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Intervento di Suor Raffaella Petrini alla Keeley Vatican Lecture dell'Università Notre Dame

Salvaguardare e valorizzare la persona nella sua integrità.

Attraverso la Dottrina Sociale, la Chiesa presenta “la sua risposta alle questioni etiche sollevate nel tempo dalle società e interpreta i valori morali delle attività sociali, compresa la leadership umana, offrendo principi guida, non soluzioni tecniche, coerenti con la visione evangelica della vita”. Così Suor Raffaella Petrini, Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, intervenendo alla Keeley Vatican Lecture, mercoledì 1° novembre 2023, presso il Nanovic Institute for European Studies dell'Università Notre Dame, negli Stati Uniti d'America.

In questo senso, ha aggiunto la religiosa, “il capitale primario da salvaguardare e valorizzare” è la persona umana “nella sua integrità” perché è “la fonte, il fulcro e il fine di tutta la vita economica e sociale”. Riflettendo sul tema della conferenza: “Sviluppo umano integrale attraverso una leadership della cura”, Suor Petrini ha offerto un excursus della Dottrina Sociale della Chiesa, indicandone le origini, le motivazioni e le applicazioni nel corso dei decenni.
Il Segretario Generale ha spiegato che, sebbene esista una continuità nei principi di base della Dottrina Sociale, essa viene applicata nel corso della storia in modo variabile, secondo i bisogni e le condizioni delle società. Ciò è reso evidente, ha osservato Suor Petrini, dall’evoluzione della “questione sociale”, al centro della Dottrina Sociale della Chiesa, sotto gli effetti delle trasformazioni culturali, politiche, ed economiche che hanno segnato i secoli XIX-XXI.

Le quattro fasi di questa evoluzione, ha sottolineato il Segretario Generale, includono la questione del lavoro (1891-1931), che fu esemplificata dal conflitto di classe tra proprietari e lavoratori o, in altre parole, tra le ideologie del liberalismo e del socialismo. Seguita dalla questione democratica (1931-1958), caratterizzata dal conflitto tra i sistemi socioeconomici del capitalismo e del comunismo, dalla questione planetaria (1958-1978), che vide il diffondersi delle disuguaglianze e l'allargarsi del divario nello sviluppo tra il Nord e il Sud del mondo; e dalla questione antropologica dal 1978 a oggi, che deve confrontarsi con la visione dell’essere umano e con le modalità con cui la tecnologia ne condiziona, positivamente o negativamente, l’esistenza.
 Approfondendo i problemi del momento attuale, Suor Petrini ha fatto riferimento a come i recenti sviluppi tecnologici abbiano portato le persone ad adottare atteggiamenti di estrazione e manipolazione, nei confronti degli oggetti ma anche delle persone, oltre a un senso di controllo illimitato.

Questi atteggiamenti, ha osservato la consacrata, contrastano con la concezione cattolica dello sviluppo umano che, secondo San Paolo VI, “Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo” (Enciclica Popolorum Progressio del 26 marzo 1967).  Pertanto, la comprensione dello sviluppo umano integrale non riguarda solo la dimensione quantitativa della crescita, ma anche le dimensioni socio-emotive e spirituali di natura qualitativa.

Allo stesso modo, la religiosa ha ricordato quanto affermato da Benedetto XVI nell'Enciclica Caritas in Veritate del 29 giugno 2009: “il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità”. A questo proposito, il Segretario Generale ha evidenziato che il successo di qualsiasi sistema organizzativo non può essere valutato semplicemente in termini di fattori quantitativi, come produttività o crescita, ma soprattutto in virtù del miglioramento della qualità della vita delle persone.
Successivamente, la francescana ha fatto riferimento a quanto afferma Papa Francesco nell'Enciclica Laudato sì' del 24 maggio 2015: “Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”. A questo proposito, il Segretario Generale ha osservato che il lavoro è “parte integrante del significato della vita sulla terra, in quanto offre agli esseri umani una strada percorribile per la crescita, lo sviluppo umano e la realizzazione personale”. Questa visione del lavoro umano, ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa, propone un cambiamento di paradigma. Si chiede, cioè, di passare da una gestione orientata principalmente all’efficienza e al profitto ad una incentrata sull’uomo. Per questo, Suor Petrini ha indicato il modello che ha l’uomo al centro, sviluppando una leadership della cura:
“Pur concentrandosi sullo sviluppo integrale dei membri della loro organizzazione, i leader dovrebbero perseguire risultati efficaci attraverso una gestione centrata sull’uomo, che si focalizzi sui bisogni della persona e alimenti relazioni radicate nella reciprocità e nella collaborazione, dove la sfera privata e quella professionale sono non più rigidamente separate”.
In questo senso, ha spiegato il Segretario Generale, occorre un cambiamento nella cultura aziendale che ha tradizionalmente caratterizzato la società attuale, in cui vige una chiara separazione tra vita personale e professionale. Al contrario, occorrono leader che conoscano i loro dipendenti a livello umano: le loro famiglie, i loro problemi e le aree di fragilità. Questo rapporto di fiducia, ha detto, comporta una grande importanza motivazionale, favorendo la creatività e l’entusiasmo nei collaboratori ben oltre gli incentivi monetari. Una rinnovata importanza delle competenze trasversali è necessaria per realizzare questo cambiamento di paradigma verso una leadership orientata al servizio. Soprattutto, i leader devono essere “esperti in umanità”, cioè ascoltare e accompagnare gli altri nelle loro fatiche, ma anche riconoscerne il valore del lavoro.

Il percorso verso tale cambiamento strutturale, ha sottolineato, inizia a livello personale. Ai leader spetta l'assunzione della responsabilità concreta per il bene comune, al fine di combattere il virus dell’individualismo e dell’egocentrismo che affligge il mondo moderno, come reiterato da Papa Francesco. Suor Petrini ha poi illustrato l'organigramma del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dimostrando che anche lo Stato più piccolo del mondo ha una struttura estremamente complessa. Questo tipo di complessità, ha spiegato, richiede un approccio multidisciplinare, teso alla risoluzione dei problemi, in cui è necessario coinvolgere persone diverse, per condividere differenti visioni e lavorare in modo collaborativo nel trovare soluzioni. Per Suor Petrini, un esempio di ciò è la promozione dell’uguaglianza professionale tra donne e uomini, come indicato da Papa Francesco. Questa attenzione non è intesa a promuovere la competitività, bensì ad arricchire il processo decisionale, attraverso le innate qualità di cura delle donne.
Suor Petrini ha concluso il suo intervento soffermandosi sulle problematiche legate alla “questione sociale” dell'epoca moderna, riaffermando come gli sforzi di una leadership ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa debbano assicurare due scopi principali: l’integrità della persona umana e il miglioramento della qualità della vita.

Facendo riferimento al discorso di Papa Francesco al Parlamento Europeo, del 25 novembre 2014, a Strasburgo (Francia), Suor Petrini ha delineato quattro principi guida per il modello di una leadership della cura:
1. prendersi cura della fragilità dei popoli e delle persone.
2. riconoscere la centralità della persona umana;
3. coltivare i doni dell'altro;
4. investire in quegli ambienti, come il luogo di lavoro, dove i talenti delle persone prendono forma e possono veramente realizzarsi.
In questo contesto, è necessario, ha fatto notare la consacrata, scegliere la solidarietà piuttosto che la competitività, in modo che chi guida possa coltivare quanto affermato da San Giovanni Paolo II nell'Enciclica Laborem Exercens del 14 settembre 1981, secondo cui è “lo scopo del lavoro, di qualunque lavoro eseguito dall'uomo - fosse pure il lavoro più 'di servizio', più monotono, nella scala del comune modo di valutazione, addirittura più emarginante - rimane sempre l'uomo stesso”.

Nel discorso di benvenuto, Clemens Sedmak, direttore del Nanovic Institute e professore di etica sociale alla Keough School of Global Affairs, ha confermato che questo approccio interdisciplinare alla dignità umana è al centro della missione della Keough School ed è una caratteristica distintiva del lavoro del Nanovic Institute.

All'iniziativa Keeley Vatican Lecture vi partecipa ogni anno una personalità che offra una lettura di alcuni temi di attualità alla luce del Magistero petrino e della Chiesa. Nelle precedenti edizioni vi hanno preso parte, tra gli altri, l'allora Arcivescovo Claudio Gugerotti, attuale Cardinale (2022), Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani (2021), e l'Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali (2018).

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