A colloquio con il direttore delle Ville Pontificie
Un polo culturale aperto ai visitatori di tutto il mondo
Negli ultimi dieci anni, le Ville Pontificie hanno avuto una progressiva trasformazione da residenza estiva dei Pontefici a polo culturale aperto ai visitatori di tutto il mondo. Ne parla in questa intervista Andrea Tamburelli, direttore della Direzione delle Ville Pontificie.
Quando nasce il legame tra i Pontefici e Castel Gandolfo?
Castel Gandolfo è una deliziosa cittadina dei Castelli Romani, posta sul crinale del lago Albano e che domina la campagna circostante fino al mare ed alla città di Roma.
Il profondo ed ancora attuale legame tra i Papi e Castel Gandolfo inizia nel 1623, circa 400 anni or sono, con Urbano VIII Barberini che fu il primo Pontefice a soggiornare nella residenza di Castel Gandolfo e, attraverso la narrazione dei fatti e del contesto storico possiamo comprendere meglio ciò che unisce questa ridente cittadina con la Sede Apostolica ed i Successori di Pietro che si sono avvicendati sul Soglio Pontificio, fino all’attuale Pontefice.
Intorno al 1200 sulla collina di Castel Gandolfo venne costruito, forse sulle rovine dell’antica Albalonga, il castello della famiglia genovese dei Gandolfi, da cui prende appunto il nome l’odierna città.
Dopo alcuni decenni la rocca passò in proprietà dei Savelli che, con alterne vicende, la tennero per circa tre secoli, perdendola e riconquistandola più volte.
Fu nel luglio del 1596 sotto il pontificato di Clemente VII Aldobrandini (1592-1605) che la Camera Apostolica prese possesso dei territori di Castel Gandolfo e di Rocca Priora, con la bolla detta “Congregazione dei Baroni”, togliendoli ai Savelli che si erano rifiutati di onorare un debito di 150.000 scudi. Più tardi parte del debito venne restituito, e Rocca Priora tornò ai Savelli, mentre Castel Gandolfo venne dichiarata patrimonio inalienabile della Santa Sede ed incorporata definitivamente, con decreto concistoriale del 27 maggio 1604, nel dominio temporale della Chiesa.
Paolo V Borghese (1605-1621) sollecitato dalla comunità di Castel Gandolfo, dotò la cittadina e la rocca di acqua in abbondanza, provvedendo a far restaurare l’acquedotto che portava le acque dalle sorgenti di Malaffitto, l’odierna Palazzolo. Ancora oggi le sorgenti sono di proprietà dello Stato della Città del Vaticano.
Urbano VIII Barberini (1623-1644) fu il primo Pontefice a soggiornare nella residenza di Castel Gandolfo nella primavera del 1626, una volta terminati i lavori di sistemazione ed ampliamento del Palazzo, affidati a Carlo Maderno.
Fu anche impiantato il giardino del Palazzo (Giardino del Moro) e, sempre durante il Pontificato di Urbano VIII, il fiorentino Simone Lagi provvide a decorare la cappella privata, l’oratorio e la sacrestia. All’opera di questo Pontefice sono collegate anche le due suggestive strade alberate, dette la Galleria di sopra e la Galleria di sotto che collegano Castel Gandolfo con Albano.
Alessandro VII Chigi (1655-1667) completò la costruzione del Palazzo Pontificio con la nuova facciata verso la piazza e l’ala verso il mare, ed inoltre con la grande galleria costruita su disegno e con l’assistenza del Bernini.
Clemente XIV Ganganelli (1769-1774) nel marzo 1773 ampliò la residenza con l’acquisto della adiacente Villa Cybo.
Nel 1870, con la fine dello Stato Pontificio, iniziò per la residenza papale di Castel Gandolfo un lungo periodo di abbandono e di oblio durato 60 anni.
Quando si sviluppano le Ville Pontificie?
Con il Trattato Lateranense del 1929 le Ville Pontificie assunsero le attuali dimensioni con l’acquisizione del complesso della Villa Barberini, nella quale furono impiantati giardini di nuovo disegno, tra i quali meritano una particolare menzione, quelli del Belvedere. L’opera fu poi completata, con l’acquisto di alcuni orti verso Albano, per ubicarvi una piccola azienda agricola.
Pio XI Ratti (1922-1939) provvide sia ad eseguire importanti lavori di consolidamento e ristrutturazione del Palazzo Pontificio per adattarlo alle nuove esigenze, che ad effettuare i collegamenti tra le tre Ville (Giardino del Moro, Villa Cybo e Villa Barberini).
Nel 1934 fu trasferito dal Vaticano al Palazzo di Castel Gandolfo anche l’Osservatorio Astronomico, affidato ai Padri Gesuiti.
Veniva così data definizione al complesso delle Ville Pontificie, dall’estensione di circa 55 ettari, compreso fra i Comuni di Castel Gandolfo e di Albano, e garantito dai privilegi della extraterritorialità.
Quale è il progetto di Papa Francesco sulle Ville Pontificie?
In questi ultimi anni, con l’arrivo di Papa Francesco lo stile ed anche l’utilizzo dell’enorme patrimonio delle Ville è profondamente cambiato. La residenza estiva dei Papi è divenuta un’area aperta al pubblico per mostrare le grandi bellezze del luogo. Pertanto, siamo passati da un servizio offerto quotidianamente da tutto il personale ai Pontefici, all’integrazione del personale stesso, con le esigenze dei turisti e delle guide museali che visitano le Ville.
Da questo si comprende con estrema chiarezza come si debba trovare per le Ville Pontificie un nuovo “Ruolo” e, su questo stiamo lavorando a tempo pieno con il totale supporto dei miei più stretti collaboratori e dei colleghi Direttori dello Stato della Città del Vaticano, e soprattutto con l’aiuto del Cardinale Presidente Fernando Vérgez Alzaga e del Segretario Generale, Sr. Raffaella Petrini.
Personalmente ho visto in questi anni consolidarsi nelle Ville Pontificie una progressiva trasformazione da residenza estiva dei Pontefici a polo culturale. L’aspetto turistico potrà unirsi a quello culturale, accogliendo sempre più mostre, convegni, incontri istituzionali ed eventi che rendano le Ville un luogo “patrimonio della cultura e dell’umanità”.
Quali sono le sinergie tra le Ville Pontificie ed i Musei Vaticani?
I rapporti tra le due Direzioni sono frequenti e mi sento di dire decisamente proficui. Confermo infatti che da alcuni anni, in linea con i desideri del Santo Padre, le Ville sono state aperte ai visitatori ed i numeri sono stati in costante crescita, nel 2023 è stato raggiunto il numero record di oltre 200.000 visitatori. L’offerta delle varie tipologie di visite è gestita dalla Direzione dei Musei Vaticani e dei Beni Culturali in piena condivisione ed accordo con la Direzione delle Ville Pontificie.
Gli effetti positivi di questa sinergia tra le due Direzioni, unita alla scelta della Direzione delle Ville Pontificie, che in accordo con gli Organi di Governo dello Stato, ha eliminato qualsiasi investimento straordinario e limitato le spese ad attività di ordinaria amministrazione, mantenendo in essere, solo i costi necessari per gestire gli aspetti correnti, ha determinato per la prima volta in assoluto il raggiungimento di un risultato positivo nel bilancio della Direzione delle Ville. Questo ha dimostrato come l’illuminata visione del Pontefice, iniziata nel 2014, si sia realizzata nel 2023 con un pieno successo.
Questo virtuoso percorso sta proseguendo anche nel 2024 con nuove offerte per i nostri visitatori, arricchendo sia la parte delle mostre nel Palazzo Pontificio che i percorsi interni a Villa Barberini, orientati principalmente a valorizzare la parte storico monumentale della struttura.
Questo processo avrà comunque un effetto più limitato rispetto al passato, in quanto nella zona extra-territoriale di Castel Gandolfo ci sarà un’importante trasformazione, poiché il territorio, proprio con decorrenza 2024, verrà gestito da due diverse realtà:
Il Governatorato, per il tramite della Direzione delle Ville Pontificie, per il Palazzo Pontificio con le sue pertinenze compreso il Giardino Segreto ed il Giardino del Moro ed il Palazzo Barberini compreso il “museo dell’Antiquarium”, ove sono custoditi i più importanti reperti di epoca romana ritrovati negli scavi della Villa dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.)
Il Centro di Alta Formazione Laudato sì’ per le restanti aree delle Ville Pontificie.
Quanto personale vi è impiegato?
Attualmente nelle Ville operano 20 persone, con compiti dedicati principalmente alla gestione ed alla manutenzione del Palazzo Pontificio e di Palazzo Barberini oltre alla gestione del Giardino del Moro e del Giardino Segreto. In origine erano più di 60, ma alcuni di essi ci hanno lasciato per raggiunti limiti di età, con nostro grande dispiacere essendo una grande famiglia, mentre altri sono impegnati nella gestione dei Giardini di Villa Barberini, oggi affidati ad altra Amministrazione Vaticana. Tutti tornano comunque spesso a trovarci perché le “Ville Pontificie” rimangono nel cuore di chiunque vi abbia trascorso anche poco tempo.