Negli ultimi dieci anni, le Ville Pontificie hanno avuto una progressiva trasformazione da residenza estiva dei Pontefici a polo culturale aperto ai visitatori di tutto il mondo. Ne parla in questa intervista Andrea Tamburelli, direttore della Direzione delle Ville Pontificie.
Le Ville Pontificie sono diventate quello che molte realtà del genere anelano a essere: un modello di ecologia integrata nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Uno spazio non solo verde, ma a tratti urbanizzato, dove da anni si stanno cercando di applicare quei principi che Papa Francesco ha sintetizzato e indicato nell’enciclica Laudato si’. Un ecosistema in cui uomo, animali, piante e flora vivono in armonia. Ne parla in questa intervista a «L’Osservatore Romano», il direttore Andrea Tamburelli, che ha da poco assunto la guida delle Ville Pontificie.
Quando si parla di Castel Gandolfo vengono subito in mente le Ville. Ci può descrivere quale realtà ha trovato al suo arrivo?
Quando sono arrivato qui ho trovato un posto incantato, perché le Ville di Castel Gandolfo sono un luogo meraviglioso, quasi “magico”, dove natura e arte si miscelano in perfetta armonia. La realtà che ho trovato è quella di un gruppo di persone molto unite fra di loro. Le Ville Pontificie, che in passato hanno per lunghi anni ospitato il Santo Padre nel periodo estivo, hanno sempre rappresentato per tutti coloro che vi lavorano e vi abitano, la loro casa, il loro orgoglio, la loro storia e per molti di loro la famiglia. Per moltissimi anni, servire il Santo Padre è stato il principale collante della loro relazione umana e professionale. Attualmente le Ville, come molti sanno, sono state in parte trasformate in un polo museale. Quello che più mi ha favorevolmente colpito è la grande capacità di adattamento e trasformazione che tutti i colleghi hanno dimostrato al cambiamento.
All’interno delle Ville vi è una grande estensione di giardini. Come viene mantenuto questo polmone verde?
I giardini coprono circa 30 dei 55 ettari totali delle Ville Pontificie, con varietà di stili e di attenzione alle piante. Della gestione e manutenzione di questo immenso parco si occupano due squadre di giardinieri e potatori. I 20 addetti ai giardini sono stati formati negli anni a conoscere le Ville e questo soprattutto grazie a una formazione interna trasmessa da generazione in generazione. Le Ville, dall’epoca di Emilio Bonomelli — che ne fu direttore dal 1930 al 1970 — fino a oggi, hanno visto tutti i passaggi delle innovazioni nel campo dell’orticoltura negli strumenti di lavoro, nelle tecniche di coltivazione fino ai trattamenti delle piante. Cerchiamo di essere all’avanguardia e di mantenere l’ecosistema più in equilibrio possibile.
Come applicate le indicazioni di Papa Francesco contenute nell'enciclica «Laudato si’»?
Il dato fondamentale dell’enciclica Laudato si’, la grande intuizione e innovazione del Papa, è l’ecologia integrale, cioè una visione che coinvolge la sfera ambientale, economica e sociale. Nella gestione di un giardino storico e di grandi dimensioni come quello delle Ville, sono necessarie accortezze per il mantenimento di un patrimonio che ha valore artistico e storico. Per questo motivo poniamo molta attenzione all’utilizzo dell’acqua, specie in estate; cerchiamo di usarne il minimo indispensabile ma senza farne mai mancare alle piante. È stato infatti avviato, non ancora completato, un progetto di ammodernamento degli impianti di irrigazione passando da una distribuzione diffusa a una più localizzata e temporizzata. Questo contribuirà alla salvaguardia delle riserve idriche, diritto fondamentale per tutti. Siamo passati, via via che se ne presentava l’occasione, ad attrezzature e macchine elettriche o che usano esclusivamente carburanti ecologici. Questo ha significato un notevole abbattimento delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera e la salvaguardia della salute dei lavoratori e dell’ambiente. Principi di questo tipo vanno tenuti a mente anche nella cura del bestiame. Nella produzione agricola infatti, tutte queste attività vanno svolte in armonia tra loro, utilizzando strumenti efficaci ma moralmente in linea con l’idea che ogni attività umana, per essere integralmente ecologica, deve portare un giovamento alle persone, deve fargli capire che il loro ruolo all’interno del mondo non è solo di fruizione di un prodotto o di un bene.
Avete promosso interventi specifici in questo senso?
Abbiamo diminuito il consumo di materiali plastici con l’obiettivo di continuare a proteggere la qualità del prodotto, garantire la sicurezza alimentare e allo stesso tempo rispettare l’ambiente. Utilizziamo packaging alimentare ecosostenibile che ha portato recentemente alla sostituzione delle confezioni in plastica delle uova con quelle in polpa di legno completamente biodegradabile. Abbiamo realizzato prodotti a chilometro zero che eliminano le fasi di trasporto tra produzione e trasformazione/confezionamento. A titolo esemplificativo il latte appena munto viene trasferito direttamente al caseificio, il miele viene prodotto direttamente nel laboratorio interno alla Villa e infine la produzione di olio viene realizzata con olive, che giornalmente appena raccolte, arrivano direttamente al nostro frantoio interno. Utilizziamo gli scarti della produzione casearia, il siero di latte con elevato valore nutritivo, nella nutrizione degli animali e dei vitelli. I fertilizzanti che usiamo sono naturali in quanto derivano esclusivamente dall’allevamento bovino, e in ultimo, ma non in ordine di importanza, effettuiamo la raccolta differenziata dei rifiuti.
I soggiorni dei Papi hanno reso le Ville nel tempo “il secondo Vaticano”, secondo l'espressione cara a Papa Wojtyła. Come è cambiata la loro fisionomia senza la presenza dei Pontefici?
Sicuramente in questi ultimi anni lo stile e anche l’utilizzo dell’enorme patrimonio delle Ville è profondamente cambiato. Siamo passati dalla residenza estiva dei Papi a un’area aperta al pubblico per mostrare le grandi bellezze del luogo. Siamo passati da un servizio offerto quotidianamente da tutto il personale ai Pontefici, all’integrazione del personale stesso con le esigenze dei turisti e delle guide museali che visitano le Ville. Da questo si comprende con estrema chiarezza come si debba trovare per le Ville una nuova “mission” e su questo stiamo lavorando a tempo pieno con il totale supporto dei miei più stretti collaboratori e dei colleghi direttori dello Stato della Città del Vaticano e, soprattutto, con l’aiuto rispettivamente del presidente e del segretario generale del Governatorato, il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga. Personalmente inizio a vedere nelle Ville una progressiva trasformazione da residenza estiva dei Pontefici a polo culturale che potrà unire all’aspetto turistico quello culturale, accogliendo sempre più mostre, convegni, incontri istituzionali ed eventi che rendano le Ville un luogo «patrimonio della cultura e dell’umanità».
Nelle Ville vi è anche una fattoria. Come viene gestita?
Nella fattoria ci sono molti animali e vivono tutti all’aperto. In particolare abbiamo 80 bovini per la produzione giornaliera di circa 1.000 litri di latte il quale — solo questo latte da noi prodotto — viene lavorato giornalmente nel caseificio della fattoria, per la produzione di latte fresco pastorizzato, yogurt e formaggi sia freschi che stagionati. Ci sono inoltre circa 800 galline allevate a terra e all’aperto per la produzione di uova e circa 35 arnie e altrettante famiglie di api per la produzione di miele. Tutti gli animali, sia che si tratti di bovini, di galline, di oche o di asini, vengono controllati periodicamente per accertarne lo stato di salute al fine di garantire la migliore qualità dei prodotti come formaggi, polli e uova. La fattoria costituisce di fatto un modello complesso, ormai quasi unico, comprendente sia le diverse produzioni primarie (allevamento di più specie animali) sia le trasformazioni dei prodotti derivati. Per quanto riguarda le verdure, una quindicina di anni fa sono state piantate nei poggi fra le colture, lunghe aiuole di lavande, salvie, verbaschi e piante da fiore lasciate libere; questo ha attirato una quantità elevatissima di insetti da polline, che hanno cominciato a nutrirsi dei parassiti, e le piante non hanno avuto più bisogno di trattamenti in quantità, come avveniva prima, quando si usavano i prodotti chimici. Questo è potuto succedere perché col passare dei decenni quello della cura della casa comune, è diventato un tema sempre più presente e importante, per la società, per le professioni e per gli individui. È un tipo di intervento che, sempre in linea con l’idea di ecologia integrale della Laudato si’, punta a una semplificazione dei lavori. I prodotti delle Ville vengono venduti principalmente nello Stato della Città del Vaticano e marginalmente nel piccolo punto di vendita all’interno delle Ville.
Sappiamo che vi è anche una produzione agricola. Quali sono le linee guida per la coltivazione?
Le linee guida per la produzione agricola sono volte a preservare non solo la qualità del prodotto che verrà poi venduto e portato sulla tavola, ma anche a valorizzare tutti gli agenti presenti nel processo produttivo: la qualità del suolo e dell’acqua e l’equilibrio tra flora e fauna spontanee affinché rimangano favorevoli alla qualità dei prodotti agricoli. In funzione di tutto ciò stiamo applicando i criteri della “agricoltura convenzionale” attraverso l’utilizzo di fertilizzanti naturali derivanti dall’allevamento bovino. Sempre relativamente alla parte agricola, stiamo sviluppando, oltre alla coltivazione dei prodotti tipici delle Ville legati alla corretta, sana e naturale alimentazione dei nostri capi di bestiame, anche la coltivazione di foraggi (loietto ed erba medica) necessari per l’alimentazione degli animali allevati. Infine, abbiamo una porzione di terreno riservata alla coltivazione degli ortaggi di stagione, oltre alla presenza di circa 1.400 piante di ulivo che trasformiamo in olio utilizzando il nostro frantoio interno originale degli anni Trenta.
Quanto personale è impegnato nella struttura?
Attualmente nelle Ville operano 52 persone, in origine erano più di 60 ma alcuni ci hanno lasciato, con nostro grande dispiacere, essendo un grande famiglia, per raggiunti limiti di età. Tornano comunque spesso a trovarci perché le Ville Pontificie rimangono dentro il cuore di chiunque vi abbia trascorso anche poco tempo.
Da qualche anno è attivo anche un servizio di visite guidate in collaborazione con i Musei Vaticani.
In linea con i desideri del Santo Padre, le Ville sono state aperte ai visitatori e i numeri sono in costante crescita: pensiamo di raggiungere quest’anno i 150.000 visitatori. L’offerta delle varie tipologie di visite è gestita dalla Direzione dei Musei Vaticani in piena condivisione e accordo con la Direzione delle Ville Pontificie. Stiamo inoltre studiando, per il prossimo anno, nuove offerte per i nostri visitatori arricchendo la parte delle mostre nel Palazzo apostolico oltre ad altri percorsi interni a Villa Barberini orientati principalmente a valorizzare l’arte e la cultura. Anche nella fattoria, stiamo studiando per le giovani scolaresche un percorso didattico in grado di mostrare e far conoscere loro i processi naturali e di crescita, sia degli animali che delle piante.
Fonte: L’Osservatore Romano n.213 del 20 settembre 2019 - pagina 8 - di Nicola Gori
In the last ten years, the Pontifical Villas have undergone a gradual transformation, from summer residence of the Popes, to a cultural hub open to visitors from around the world. The following is an interview with Andrea Tamburelli, Director of the Directorate of the Pontifical Villas.
Castel Gandolfo is an exquisite town in the Castelli Romani, located at the top of the ridge of Lake Albano, over the surrounding country, towards the sea and Rome.
The deep and still relevant bond between the Popes and Castel Gandolfo dates back to 1623, some 400 years ago, with Urban VIII Barberini, who was the first Pope to stay at the Castel Gandolfo residence. From accounts of historical facts and contexts, we can better understand what unites this joyful town with the Apostolic See and the successors of Peter, up to the current Pope.
Around 1200, the Gandolfi family from Genoa built a castle on the hill of Castel Gandolf, possibly over the ruins of Albalonga. The family name later became the name of the today’s town.
After some decades, the area was bought by the Savelli family, who owned it for some three centuries.
In 1596, during the Pontificate of Clement VII Aldobrandini (1592-1605), the Apostolic Chamber took possession of the territories of Castel Gandolfo and of Rocca Priora, with the Bull known as “Congregation of Barons”, seizing the property of the Savelli who had refused to repay back a debt of 150,000 écus. Part of the debt was later repaid and Rocca Priora was returned to the Savelli family, whereas Castel Gandolfo was declared an inalienable patrimony of the Holy See and permanently incorporated into the temporal goods of the Church.
At the behest of the community of Castel Gandolfo, Paul V Borghese (1605-1621) provided the town and the citadel with abundant water, by restructuring the aqueduct that brought water from the springs of Malaffitto, today known as Palazzolo. They are the property of Vatican City State still today.
Urban VIII Barberini (1623-1644) was the first Pontiff to stay at the Castel Gandolfo residence, in the Spring of 1626, once the Palace had been restructured by Carlo Maderno.
A garden was planted inside the Palace (Garden of the Moor) and during the same Pontificate of Urban VIII, Simone Lagi of Florence decorated the private chapel, the oratory and the tree-lined avenues, known as Galleria di Sopra and Galleria di Sotto (Upper and Lower Gallery) that connect Castel Gandolfo to Albano.
Alessandro VII Chigi (1655-1667) completed the construction of the Pontifical Palace with a new facade looking out onto the Square, a wing facing the sea and a large gallery, designed by Bernini.
Clement XIV Ganganelli (1769-1774) expanded the residence by buying neighbouring Villa Cybo in March 1773.
In 1870, with the end of the Papal States, the papal residence of Castel Gandolfo was abandoned for a period that lasted 60 years.
The Lateran Treaty of 1929 gave the Pontifical Villas their current dimensions, with the addition of the Villa Barberini complex, in which newly designed gardens were installed -- among those deserving special attention is the Belvedere gardens -- and the purchase of some vegetable gardens near Albano for a small agriculture business.
Pius XI Ratti (1922-1939) ordered consolidation and renovation works of the Pontifical Palace to make it more suitable to its new demands and for connections between the three villas (Garden of the Moor, Villa Cybo and Villa Barberini).
In 1934, the Astronomical Observatory was moved from the Vatican to Castel Gandolfo, and entrusted to the Jesuits.
The complex of the Pontifical Villas was thus delineated into 55 hectares, stretched between the Municipalities of Castel Gandolfo and Albano, which enjoyed privileges of extraterritoriality.
Over the last few years, with the election of Pope Francis, the style and use of the huge patrimony of the Villas has profoundly changed. The summer residence of Popes has become an area open to the public to reveal the great beauty of the place. We have therefore gone from providing a daily service to the Popes, to providing a service to the tourists and museum guides who visit the Villas.
It is extremely clear from this, that we need to find a new “Role” for the Pontifical Villas, and we have been working towards this with the support of close collaborators and of my colleagues, the Directors of Vatican City State, and above all, with the help of the President, Cardinal Fernando Vérgez Alzaga and of General Secretary Sister Raffaella Petrini.
I have seen the progressive transformation of the Pontifical Villas over the years, from summer residence of the Popes to cultural hub. Tourism and cultural aspects will be joined together, with more exhibitions, conferences, institutional meetings and events that will make the Villas a “patrimony of culture and humanity”.
Relations between the two Directorates are frequent and undoubtedly productive. I can confirm in fact, that for a few years now, in accordance with the wishes of the Holy Father, the Villas were opened to the public and the number of visitors is constantly on the rise. In 2023, a record number of more than 200,000 people visited the Villas. The various tours on offer are handled by the Directorate of the Vatican Museums and Cultural Heritage, in cooperation with the Directorate of the Pontifical Villas.
The positive effects of this collaboration between the two Directorates, along with the decision of the Directorate of the Pontifical Villas, which, in agreement with the Bodies of Government of the State, has eliminated any extraordinary investment and curbed costs for ordinary administrative activities, maintaining only the costs required to manage current aspects, can already be seen: for the first time ever, the Directorate of the Pontifical Villas has reported a positive budget variance. Thus, the enlightened vision of the Pontiff that began in 2014, was successfully achieved in 2023.
This virtuous cycle is still continuing in 2024, with the organization of new tours for our visitors, and the enhancement of exhibitions hosted at the Pontifical Palace and the internal itinerary of Villa Barberini, mostly aimed at enhancing the historical monument of the building.
This process will have a limited effect with respect to the past because the extraterritorial zone of Castel Gandolfo, will be undergoing an important transformation. In 2024, the territory will be managed by two bodies:
The Governorate, through the Directorate of the Pontifical Villas, will manage the Pontifical Palace and its associated areas, including the Secret Garden and the Garden of the Moor, as well as Palazzo Barberini and the “museum of the Antiquarium” which houses important findings from the Roman era, discovered in excavations of Emperor Domitian’s Villa (81-96 A.D.).
The Laudato Si’ Centre for higher education will manage the remaining areas of the Pontifical Villas.
There are currently 20 staff members, working mainly in the management and maintenance of the Pontifical Palace and Palazzo Barberini, and in the management of the Garden of the Moor and the Secret Garden. There used to be more than 60 members of staff, but some of them have left us because they had reached retirement age, while others work in the Gardens of Villa Barberini, today entrusted to the Vatican Administration. Many of them come to visit us often because the Pontifical Villas are always in the hearts of those who have spent some time there.
Da aprile ad ottobre, fatta eccezione per i mesi di luglio e agosto, le Ville Pontificie di Castel Gandolfo accoglieranno i visitatori e turisti anche la domenica. Complice la bella stagione, l’apertura straordinaria domenicale (dalle 10.00 alle 15.00 con ultimo ingresso alle 14.00) rappresenta un’occasione unica per organizzare anche con la proprio famiglia una gita fuori porta e immergersi tra i tesori d’arte, le bellezze paesaggistiche e le suggestioni enogastronomiche dei Castelli Romani.
Rinnovato anche questo anno l’accordo di collaborazione con Atac che prevede - solo ed esclusivamente in occasione delle speciali aperture domenicali e previa verifica della disponibilità - le seguenti agevolazioni (estese anche ad un accompagnatore) per tutti i possessori delle Metrebus ed èRoma Card in corso di validità:
È come andare al mercato rionale o dal contadino di fiducia ad acquistare prodotti a chilometro zero. Non occorre nemmeno fare tanta strada, perché bastano pochi clik e quanto acquistato, arriva direttamente nel negozio dell’Annona in Vaticano, dove si può pagare e ritirare.
È il nuovo servizio di spesa online delle Ville Pontificie, attivo dal 15 luglio per i dipendenti del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e, come nell’intenzione dei promotori — in primis il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente presidente e segretario generale del Governatorato, con Andrea Tamburelli, direttore delle Ville Pontificie — dallo scorso 15 settembre, esteso a tutti i dipendenti della Santa Sede.
Si possono trovare i prodotti agricoli che la fattoria delle Ville produce, a cominciare dal latte, lo yogurt, i formaggi, il miele, le uova, ma anche i polli, le galline, i conigli, l’olio, l’aceto nonché frutta e verdura di stagione. Tutto quanto la terra offre e l’allevamento avicolo e degli animali da cortile riesce a produrre, viene messo in vendita con una certezza: quella di trovarsi davanti a dei cibi sani e naturali.
In questi anni, infatti, la fattoria delle Ville Pontificie ha sviluppato le competenze necessarie per ottenere dal latte delle proprie mucche, allevate con cura e dedizione nel rispetto della natura, buoni formaggi. Anche la coltivazione della terra rende ottimi ortaggi e verdure, oltre all’olio di oliva e all’aceto, senza dimenticare i numerosi frutti.
Basta quindi registrarsi come utenti sul sito internet https://shop.villepontificie.va (accessibile solo da rete vaticana) e scegliere i prodotti; attendere la conferma di spedizione e ritirare il pacco sigillato nel magazzino dell’Annona, dove prima del ritiro basta solo pagare il conto.
Da pochi giorni è stata anche introdotta una interessante novità. La possibilità di acquistare confezioni regalo firmate «Fattoria delle Ville Pontificie». I prodotti al loro interno, per alcune combinazioni già scelti dai colleghi delle Ville, potranno a breve essere anche decisi dell’acquirente stesso. Sono dei pacchi ben confezionati, da poter utilizzare come dono quando si viene invitati a cena da amici e/o parenti, o come regalo gastronomico da poter degustare in ogni tipo di occasione. In questo modo si potranno acquistare confezioni di diversi formati e prezzi e per ogni esigenza.
Da sempre, le Ville Pontificie con i suoi giardini che ricoprono circa 30 dei 55 ettari totali, sono note per avere al loro interno una fattoria. Da anni vi vengono allevati bovini per la produzione quotidiana di latte poi lavorato nel caseificio locale, dove si ottengono yogurt, latticini freschi e formaggi stagionati. Sempre nella fattoria, vi è una vasta zona all’aperto riservata all’allevamento a terra delle galline, per la produzione di uova. Vi sono anche arnie per le api da cui si ricava il miele. In ogni passaggio lavorativo, vengono adottate misure di rigida osservanza per quanto riguarda il controllo sanitario degli animali, sia per garantire loro una migliore qualità di vita e ai consumatori i migliori prodotti. Una parola a parte meritano l’orto e il frutteto. Sono sorti tra i poggi che ospitano olivi secolari. Si sono diffusi negli anni, grazie a delle piante da fiore lasciate crescere spontaneamente. Ciò ha richiamato insetti da polline che, nutrendosi dei parassiti, hanno permesso alle specie vegetali di fortificarsi e di non avere più bisogno di trattamenti fitoterapici o antiparassitari con sostanze chimiche.
I principi che hanno animato i promotori dell’iniziativa di spesa online sono stati quelli dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco; l’impegno verso una sana agricoltura, la fornitura di prodotti nel rispetto dell’ambiente e la tutela della salute sia dei dipendenti, che dei clienti ma anche dei fornitori.
Per questo, spiega il direttore delle Ville Pontificie, «vogliamo essere all’avanguardia nelle nostre tecniche di produzione e nei materiali che scegliamo per la vendita dei nostri prodotti per mantenere l’ecosistema più in equilibrio possibile». Infatti, «la salute ambientale, economica e sociale, sono da noi poste al centro di ogni attività».
Una delle applicazioni dei principi contenuti nell’enciclica del Papa riguardo alla tutela dell’ambiente e alla sua cura, è l’utilizzo volto al risparmio e all’eliminazione dello spreco dell’acqua per irrigare le piante. Così come l’utilizzo di attrezzature che funzionano con carburanti ecologici in modo da ridurre le emissioni di gas nocivi e salvaguardare i dipendenti. Un altro ambizioso obiettivo è quello di ridurre, fino a fare scomparire del tutto, l’uso della plastica. A tal proposito, si è voluto scegliere un nuovo packaging alimentare ecosostenibile. Infatti, per confezionare i prodotti, la plastica, già in parte eliminata, verrà via via completamente sostituita da materiali riciclabili e riciclati, come «la polpa di legno biodegradabile per le confezioni delle uova, il pet o l’rPet per le confezioni dei latticini» e i «cartoni per il latte 100% riciclabili con impatto vicino allo zero per l’ambiente, per emissione di carbonio».
Altro elemento importante è la scelta di eliminare le fasi di trasporto tra produzione, trasformazione e confezionamento per la vendita. Per questo, partendo dal latte chiamato l’«oro bianco» delle Ville, si è cercato di velocizzare i tempi. Infatti, appena munto dalle mucche, viene trasferito immediatamente nel caseificio, dove i casari lo lavorano per ottenere latte da bere o formaggi. Lo stesso avviene per il miele, che viene ottenuto da un apicoltore nel laboratorio impiantato in loco. Anche per la produzione di olio, le olive, subito dopo la raccolta, vengono trasformate direttamente nello storico frantoio, presente nelle Ville dagli anni Trenta.
Un elemento importante nel quale le Ville Pontificie stanno mettendo molte energie, è il riutilizzo degli scarti dei prodotti realizzati nel caseificio. Il siero di latte infatti, con elevato valore nutritivo, viene usato per l’alimentazione di animali e vitelli. Anche i fertilizzanti, impiegati nei foraggi del bestiame, sono naturali perché direttamente recuperati dall’allevamento bovino. Come già avviene in tutto il territorio della Santa Sede, anche le Ville Pontificie stanno promuovendo la raccolta differenziata dei rifiuti, utilizzando contenitori distinti per ogni materiale in modo da garantire un corretto smaltimento. In questo modo, i rifiuti non sono più una spesa, ma una risorsa.
Da L’Osservatore Romano n.250 del 29 ottobre 2020 - Nicola Gori