Ai Musei Vaticani: aperta la mostra “Il Mantegna di Pompei. Un capolavoro ritrovato”

Un’opera del Mantegna espressione di fede e arte
Primi visitatori per la mostra “Il Mantegna di Pompei. Un capolavoro ritrovato” ai Musei Vaticani. Tra questi, Sr. Raffaella Petrini, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, accompagnata dai Segretari Generali, l’Arcivescovo Emilio Nappa, e l’avvocato Giuseppe Puglisi-Alibrandi; Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei e Delegato Pontificio per il Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario, con Angelo Scelzo, già vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede e direttore della rivista Il Rosario e la Nuova Pompei, la Dott.ssa Barbara Jatta, Direttore della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, e la Dott.ssa Alfonsina Russo, Direttore del Parco Archeologico del Colosseo.
L’esposizione – nata dalla collaborazione tra Musei Vaticani e il Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario di Pompei - è dedicata alla Deposizione di Cristo, il dipinto sottoposto a un lungo e delicato restauro, che ha permesso di attribuirlo al grande maestro rinascimentale Andrea Mantegna.
Dal 20 marzo, il capolavoro è visibile nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana. L’opera è normalmente custodita nel Santuario di Pompei ed era già documentata nel XVI secolo nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli. Successivamente era scomparsa dalle fonti storiche, ponendo dubbi sulla sua effettiva esistenza e attribuzione.
L’Arcivescovo Caputo ha sottolineato come “Per il quadro della Beata Vergine del Rosario, anche il Mantegna ritrovato sembra aver risposto a una sorta di vocazione del luogo. È un’opera che parla alla fede e alla cultura, segnando un nuovo capitolo nella storia di Pompei”.
Da parte sua, il Direttore Jatta ha fatto notare di essere stata chiamata da Monsignor Caputo “a visionare l’opera nel marzo del 2022”. Ha spiegato che per l’occasione, “abbiamo immediatamente compreso che sotto gli strati di ridipinture si celava una materia pittorica straordinaria. Il restauro ha rivelato dettagli iconografici e tecnici che confermano l’autografia di Mantegna, restituendo alla storia dell’arte un capolavoro che si pensava perduto. È partita quindi la ‘macchina’ dei Musei Vaticani, con indagini diagnostiche, ricerche e il restauro”.
Il restauro, sotto la direzione di Francesca Persegati, è stato eseguito da Lorenza D’Alessandro e Giorgio Capriotti, in stretta collaborazione con la Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, il Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI, il Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali lignei e il Gabinetto di Ricerche Scientifiche.
La ricerca storico-artistica condotta da Stefano De Mieri, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha permesso di ricollocare la Deposizione all’interno della tradizione mantegnesca.
Il progetto ha visto anche il coinvolgimento della Sovrintendenza del Parco Archeologico di Pompei, in particolare del direttore Gabriel Zuchtriegel, e di Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche a Urbino e della Direzione Regionale Musei delle Marche.
Al termine della mostra, la Deposizione tornerà al Santuario di Pompei, dove verrà collocata nella Pinacoteca del Museo centrale, attualmente in fase di riallestimento.
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura della Dott.ssa Barbara Jatta e Fabrizio Biferali.