“Era una femmina inquieta e vagante... insegnava da maestra contro ciò che insegnava San Paolo, comandando che le donne non insegnassero”. È il giudizio del Nunzio Apostolico in Spagna, l’Arcivescovo Filippo Sega, su Teresa di Gesù, al secolo Teresa de Ahumada. Nel definirla una girovaga aveva ragione, perché nel 1577 aveva già fondato 12 monasteri per tutta la Spagna e aveva percorso più di cinquemila chilometri. Tutto ciò con i mezzi dell’epoca, su strade che non si potevano definire tali, con tutti i disagi che comportava trasferirsi da una parte all’altra del regno, specialmente per una donna e ancor di più per una monaca. E pensare che nella sua esistenza arrivò a fondare ben 17 monasteri con pochissimi mezzi economici, problemi di salute, e innumerevoli difficoltà nel trovare case disponibili da adattare a conventi religiosi. La sua colpa originale, per l’epoca, fu di essere donna e, oltretutto, riformatrice della vita consacrata anche maschile.
Nella nostra epoca sarebbe stato definito un globetrotter, perché amava visitare a piedi i principali Santuari d’Europa: da Santiago di Compostela a Loreto, da Roma al Gargano. In meno di quindici anni, si calcola che abbia percorso migliaia di chilometri, fino a quando, non si fermò a Roma. È San Giuseppe Benedetto Labre, conosciuto come il mendicante o il vagabondo di Dio. All’inizio aveva trovato rifugio sotto un arco del Colosseo e la gente gli portava l’elemosina, che lui regolarmente riusciva a distribuire a chi considerava più povero di lui. Poi, trovò un posto nei pressi della Basilica dei Santi Silvestro e Martino, nel rione Monti.
Sette mercanti, nel giorno dell'Assunzione di Maria del 1233, si riunirono in un oratorio a Firenze. Erano tutti benestanti e appartenevano all’antica nobiltà cittadina. Si chiamavano: Bonfiglio Monaldi, Buonagiunta Manetti, Manetto dell'Antella, Amadio degli Amidei, Uguccione degli Uguccioni, Sostegno dei Sostegni, Alessio Falconieri.
Antonio è un monaco considerato il padre del monachesimo. La sua esperienza è conosciuta attraverso la Vita di Antionio, attribuita a Sant’Atanasio d’Alessandria, scritta nel 360. Nato a Coma, sulla riva sinistra del Nilo, in Egitto, nel 251 circa da una ricca famiglia, a diciotto anni rimase orfano. Due anni dopo, prendendo alla lettera il Vangelo, vendette tutti i suoi beni e li distribuì ai poveri. Si ritirò nel deserto e cominciò una vita di penitenza.
Premier Evêque américain à être canonisé, John Newmann est surtout connu pour ses activités pastorales et éducatives. Lorsqu’il était Évêque de Philadelphie, il fonda le premier système scolaire diocésain catholique des États-Unis d’Amérique.
San Patrizio, il cui vero nome era Maewyn Succat, nacque intorno al 385 in Scozia, figlio di un centurione romano proveniente dalla Gran Bretagna.
All'età di 16 anni, Maewyn fu rapito dai pirati e venduto come schiavo a un druido nell'attuale Ulster, in Irlanda. Durante i sei anni di schiavitù, lavorò come pastore per un capo clan irlandese, periodo in cui scoprì la religione cristiana e divenne un cristiano praticante.
Guido di Pietro, conosciuto come Giovanni da Fiesole o meglio ancora come Beato Angelico, fu un frate domenicano con grande talento per la pittura.
Venne così chiamato per il grande messaggio di fede che pervade tutte le sue opere, per l’umiltà che lo caratterizzava e per il valore mistico che attribuiva alla luce.
Guido nacque a Vicchio di Mugello, nei dintorni di Firenze, tra il 1395 e il 1400.
Cirillo nacque nel 315 circa a Gerusalemme o nei suoi pressi e ricevette una solida formazione letteraria, che divenne la base della sua preparazione ecclesiastica, focalizzata soprattutto sullo studio della Bibbia.
Un medico, nato ad Antiochia da una famiglia pagana, preoccupato dei suoi malati di cui conosce la debolezza e spesso la miseria, fino al giorno in cui ascolta San Paolo parlare di Gesù. Da quel momento, Luca, abbraccia la fede e non abbandona più l’Apostolo, seguendolo fino al suo martirio a Roma nel 67.
San Giuseppe, padre adottivo di Gesù e sposo di Maria, è una figura centrale nella tradizione cristiana, per il ruolo nell’economia della salvezza e come modello di virtù. Sebbene si sappia poco di lui dalle fonti bibliche, la sua figura emerge principalmente nei Vangeli di Matteo e Luca.
È conosciuto come un grande taumaturgo. In effetti, la sua vita è costellata di prodigi, che compiva, soprattutto, a favore dei poveri e degli oppressi, divenendo loro difensore. È San Francesco di Paola, dal nome della località calabrese dove nacque, il 27 marzo 1416, da una famiglia cattolica di proprietari terrieri. Fin da piccolo, la presenza di Dio irruppe nella sua vita. Avanti negli anni, i suoi genitori ricorsero all’intercessione di San Francesco d'Assisi per avere dei figli. Quando nacque il loro primogenito, in segno di gratitudine al Santo, lo chiamarono Francesco.
La Chiesa celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, quaranta giorni dopo il Natale. Questa festa è meglio conosciuta con il titolo di Candelora o festa della luce, perché è illuminata dal versetto del Vangelo di Luca (2, 22-40), in cui Simeone profetizza che Gesù è “Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.
Nella Bibbia la presenza degli angeli è costante e attraversa la storia della salvezza. Molti episodi fanno riferimento alla loro azione e al loro ruolo di strumenti e messaggeri di Dio. Basti ricordare, nell’Antico Testamento, la lotta di Giacobbe con l’angelo, dal quale riceve il nome di Israele (Gen 32, 25-29), e la scala, da lui sognata, che da terra toccando il Cielo, veniva discesa e salita da schiere di angeli (Gen 28, 12). Ma anche l’angelo che incontra la schiava Agar e le annuncia la nascita d’Ismaele (Gen 16, 7ss); oppure l’angelo che precede il popolo d’Israele nel suo peregrinare nel deserto (Es 14, 19). E ancora i due angeli che condussero Lot e la sua famiglia fuori da Sodoma (Gen 19, 1ss), o l’intervento dell’angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare il figlio Isacco (Gen 22, 11-13). O, ancora, Daniele, che fu salvato dalle fiamme della fornace da un angelo (Dn 3, 49), o l’angelo che porta il cibo al profeta Elia nel deserto (1Re 19,5-10).
Non abbiamo molte notizie riguardo alla vita di San Sebastiano. Nella Passio Santi Sebastiani Martyris, testo a lungo attribuito a Sant'Ambrogio di Milano (340-397), si afferma che, verso il 250, era nato e cresciuto a Milano da padre di Narbona e da madre milanese. Educato alla fede cristiana, si trasferì a Roma nel 270 e si arruolò intorno al 283, diventando tribuno della prima coorte della guardia imperiale. Non sospettando la sua fede, gli imperatori Massimiano e Diocleziano gli affidarono incarichi di responsabilità.
“Nato povero, vissuto povero e sicuro di morir poverissimo”. Così scriveva nel suo Testamento San Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto. Un Papa di estrazione sociale umile, che giunse alla Cattedra di Pietro dopo aver percorso tutte le tappe della carriera ecclesiastica: cappellano, parroco, Vescovo, Cardinale, Patriarca.
Pier Damiani è uno dei più noti scrittori dell’XI secolo e uno dei più grandi promotori della riforma pre-gregoriana a fianco di alcuni Pontefici contro i mali che affliggevano la Chiesa a quel tempo. In particolare, la simonia, la compravendita di cariche e dignità ecclesiastiche, e il nicolaismo, il rifiuto del celibato. Il Santo, con i suoi consigli, senza prendere posizioni radicali, si mise al servizio dei Papi e scrisse su queste tematiche il Liber gratissimus.
Una ragazza romana di tredici anni non esitò a sacrificare la vita per testimoniare la fede in Cristo. Sant’Ambrogio, Vescovo di Milano, dirà di lei che seppe dare a Cristo una duplice testimonianza: quella della sua castità e quella della sua fede (De Virginitate. II. 5-9). Papa Damaso scrisse un epitaffio in suo onore.
Un eremita che seppe mediare e consigliare i suoi concittadini, pacificando gli animi opposti. Pur lontano dal mondo e vivendo in solitudine in una cella, riuscì a evitare conflitti fratricidi. La sua unica arma la corona del Rosario che teneva sempre con sé e suo unico nutrimento l’Eucaristia. È Bruder Klaus, noto come San Nicola della Flüe. Nacque nel 1417 nel piccolo villaggio di Flüeli, nella regione di Obwalden, all'epoca parte della Confederazione degli otto Cantoni della Svizzera centrale. La sua famiglia viveva di agricoltura.
Non vi sono molte notizie storiche sull’Apostolo Matteo. Il suo nome deriva da un’abbreviazione di Mattia o Matania, che vuol dire “Dono di Dio”.
Il Martirologio Romano colloca al 21 settembre la sua morte e al 6 maggio la traslazione del suo corpo dall’Etiopia a Salerno, facendo tappa a Paestum. La tradizione narra che fu ucciso mentre celebrava la Messa.
“Fin dai primi secoli della Chiesa cattolica il popolo cristiano ha elevato supplici preghiere e inni di lode e di devozione alla Regina del cielo, sia nelle circostanze liete, sia, e molto più, nei periodi di gravi angustie e pericoli; né vennero meno le speranze riposte nella Madre del Re divino, Gesù Cristo, mai s'illanguidì la fede, dalla quale abbiamo imparato che la Vergine Maria, Madre di Dio, presiede all'universo con cuore materno, come è coronata di gloria nella beatitudine celeste”. Così Pio XII nell’Enciclica Ad Caeli Reginam,dell’11 ottobre 1954, con la quale istituì la festa liturgica della “Beata Maria Vergine Regina”.
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