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  • 8 settembre: Natività della Beata Vergine Maria

    Il compleanno della Madre di Gesù

    Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa sono unite nella celebrazione della Natività di Maria. Questa festa nacque in Oriente e venne introdotta a Roma da Sergio I nel VII secolo. In quel giorno, una processione partiva dalla chiesa di Sant’Adriano al Foro per giungere alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Secondo il Calendario liturgico viene ricordata l’8 settembre. In Oriente la natività di Maria era già festeggiata nel IV secolo ed era legata alla costruzione della Basilica di Sant’Anna a Gerusalemme. Questo luogo di culto sorgeva dove si trovava la casa in cui nacque Maria da Anna e Gioacchino. Da Gerusalemme il ricordo della Natività di Maria passò a Costantinopoli e la Chiesa d’Oriente la festeggia collegandola alla Concezione. Non va dimenticato che solo di Gesù, Maria e Giovanni il Battista la Chiesa festeggia la nascita sulla terra oltre che quella in Cielo.

  • A colloquio con il direttore delle Ville pontificie, modello di ecologia integrata

    Le Ville Pontificie sono diventate quello che molte realtà del genere anelano a essere: un modello di ecologia integrata nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Uno spazio non solo verde, ma a tratti urbanizzato, dove da anni si stanno cercando di applicare quei principi che Papa Francesco ha sintetizzato e indicato nell’enciclica Laudato si’. Un ecosistema in cui uomo, animali, piante e flora vivono in armonia. Ne parla in questa intervista a «L’Osservatore Romano», il direttore Andrea Tamburelli, che ha da poco assunto la guida delle Ville Pontificie.

    Quando si parla di Castel Gandolfo vengono subito in mente le Ville. Ci può descrivere quale realtà ha trovato al suo arrivo?

    Quando sono arrivato qui ho trovato un posto incantato, perché le Ville di Castel Gandolfo sono un luogo meraviglioso, quasi “magico”, dove natura e arte si miscelano in perfetta armonia. La realtà che ho trovato è quella di un gruppo di persone molto unite fra di loro. Le Ville Pontificie, che in passato hanno per lunghi anni ospitato il Santo Padre nel periodo estivo, hanno sempre rappresentato per tutti coloro che vi lavorano e vi abitano, la loro casa, il loro orgoglio, la loro storia e per molti di loro la famiglia. Per moltissimi anni, servire il Santo Padre è stato il principale collante della loro relazione umana e professionale. Attualmente le Ville, come molti sanno, sono state in parte trasformate in un polo museale. Quello che più mi ha favorevolmente colpito è la grande capacità di adattamento e trasformazione che tutti i colleghi hanno dimostrato al cambiamento.

    All’interno delle Ville vi è una grande estensione di giardini. Come viene mantenuto questo polmone verde?

    I giardini coprono circa 30 dei 55 ettari totali delle Ville Pontificie, con varietà di stili e di attenzione alle piante. Della gestione e manutenzione di questo immenso parco si occupano due squadre di giardinieri e potatori. I 20 addetti ai giardini sono stati formati negli anni a conoscere le Ville e questo soprattutto grazie a una formazione interna trasmessa da generazione in generazione. Le Ville, dall’epoca di Emilio Bonomelli — che ne fu direttore dal 1930 al 1970 — fino a oggi, hanno visto tutti i passaggi delle innovazioni nel campo dell’orticoltura negli strumenti di lavoro, nelle tecniche di coltivazione fino ai trattamenti delle piante. Cerchiamo di essere all’avanguardia e di mantenere l’ecosistema più in equilibrio possibile.

    Come applicate le indicazioni di Papa Francesco contenute nell'enciclica «Laudato si’»?

    Il dato fondamentale dell’enciclica Laudato si’, la grande intuizione e innovazione del Papa, è l’ecologia integrale, cioè una visione che coinvolge la sfera ambientale, economica e sociale. Nella gestione di un giardino storico e di grandi dimensioni come quello delle Ville, sono necessarie accortezze per il mantenimento di un patrimonio che ha valore artistico e storico. Per questo motivo poniamo molta attenzione all’utilizzo dell’acqua, specie in estate; cerchiamo di usarne il minimo indispensabile ma senza farne mai mancare alle piante. È stato infatti avviato, non ancora completato, un progetto di ammodernamento degli impianti di irrigazione passando da una distribuzione diffusa a una più localizzata e temporizzata. Questo contribuirà alla salvaguardia delle riserve idriche, diritto fondamentale per tutti. Siamo passati, via via che se ne presentava l’occasione, ad attrezzature e macchine elettriche o che usano esclusivamente carburanti ecologici. Questo ha significato un notevole abbattimento delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera e la salvaguardia della salute dei lavoratori e dell’ambiente. Principi di questo tipo vanno tenuti a mente anche nella cura del bestiame. Nella produzione agricola infatti, tutte queste attività vanno svolte in armonia tra loro, utilizzando strumenti efficaci ma moralmente in linea con l’idea che ogni attività umana, per essere integralmente ecologica, deve portare un giovamento alle persone, deve fargli capire che il loro ruolo all’interno del mondo non è solo di fruizione di un prodotto o di un bene.

    Avete promosso interventi specifici in questo senso?

    Abbiamo diminuito il consumo di materiali plastici con l’obiettivo di continuare a proteggere la qualità del prodotto, garantire la sicurezza alimentare e allo stesso tempo rispettare l’ambiente. Utilizziamo packaging alimentare ecosostenibile che ha portato recentemente alla sostituzione delle confezioni in plastica delle uova con quelle in polpa di legno completamente biodegradabile. Abbiamo realizzato prodotti a chilometro zero che eliminano le fasi di trasporto tra produzione e trasformazione/confezionamento. A titolo esemplificativo il latte appena munto viene trasferito direttamente al caseificio, il miele viene prodotto direttamente nel laboratorio interno alla Villa e infine la produzione di olio viene realizzata con olive, che giornalmente appena raccolte, arrivano direttamente al nostro frantoio interno. Utilizziamo gli scarti della produzione casearia, il siero di latte con elevato valore nutritivo, nella nutrizione degli animali e dei vitelli. I fertilizzanti che usiamo sono naturali in quanto derivano esclusivamente dall’allevamento bovino, e in ultimo, ma non in ordine di importanza, effettuiamo la raccolta differenziata dei rifiuti.

    I soggiorni dei Papi hanno reso le Ville nel tempo “il secondo Vaticano”, secondo l'espressione cara a Papa Wojtyła. Come è cambiata la loro fisionomia senza la presenza dei Pontefici?

    Sicuramente in questi ultimi anni lo stile e anche l’utilizzo dell’enorme patrimonio delle Ville è profondamente cambiato. Siamo passati dalla residenza estiva dei Papi a un’area aperta al pubblico per mostrare le grandi bellezze del luogo. Siamo passati da un servizio offerto quotidianamente da tutto il personale ai Pontefici, all’integrazione del personale stesso con le esigenze dei turisti e delle guide museali che visitano le Ville. Da questo si comprende con estrema chiarezza come si debba trovare per le Ville una nuova “mission” e su questo stiamo lavorando a tempo pieno con il totale supporto dei miei più stretti collaboratori e dei colleghi direttori dello Stato della Città del Vaticano e, soprattutto, con l’aiuto rispettivamente del presidente e del segretario generale del Governatorato, il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga. Personalmente inizio a vedere nelle Ville una progressiva trasformazione da residenza estiva dei Pontefici a polo culturale che potrà unire all’aspetto turistico quello culturale, accogliendo sempre più mostre, convegni, incontri istituzionali ed eventi che rendano le Ville un luogo «patrimonio della cultura e dell’umanità».

    Nelle Ville vi è anche una fattoria. Come viene gestita?

    Nella fattoria ci sono molti animali e vivono tutti all’aperto. In particolare abbiamo 80 bovini per la produzione giornaliera di circa 1.000 litri di latte il quale — solo questo latte da noi prodotto — viene lavorato giornalmente nel caseificio della fattoria, per la produzione di latte fresco pastorizzato, yogurt e formaggi sia freschi che stagionati. Ci sono inoltre circa 800 galline allevate a terra e all’aperto per la produzione di uova e circa 35 arnie e altrettante famiglie di api per la produzione di miele. Tutti gli animali, sia che si tratti di bovini, di galline, di oche o di asini, vengono controllati periodicamente per accertarne lo stato di salute al fine di garantire la migliore qualità dei prodotti come formaggi, polli e uova. La fattoria costituisce di fatto un modello complesso, ormai quasi unico, comprendente sia le diverse produzioni primarie (allevamento di più specie animali) sia le trasformazioni dei prodotti derivati. Per quanto riguarda le verdure, una quindicina di anni fa sono state piantate nei poggi fra le colture, lunghe aiuole di lavande, salvie, verbaschi e piante da fiore lasciate libere; questo ha attirato una quantità elevatissima di insetti da polline, che hanno cominciato a nutrirsi dei parassiti, e le piante non hanno avuto più bisogno di trattamenti in quantità, come avveniva prima, quando si usavano i prodotti chimici. Questo è potuto succedere perché col passare dei decenni quello della cura della casa comune, è diventato un tema sempre più presente e importante, per la società, per le professioni e per gli individui. È un tipo di intervento che, sempre in linea con l’idea di ecologia integrale della Laudato si’, punta a una semplificazione dei lavori. I prodotti delle Ville vengono venduti principalmente nello Stato della Città del Vaticano e marginalmente nel piccolo punto di vendita all’interno delle Ville.

    Sappiamo che vi è anche una produzione agricola. Quali sono le linee guida per la coltivazione?

    Le linee guida per la produzione agricola sono volte a preservare non solo la qualità del prodotto che verrà poi venduto e portato sulla tavola, ma anche a valorizzare tutti gli agenti presenti nel processo produttivo: la qualità del suolo e dell’acqua e l’equilibrio tra flora e fauna spontanee affinché rimangano favorevoli alla qualità dei prodotti agricoli. In funzione di tutto ciò stiamo applicando i criteri della “agricoltura convenzionale” attraverso l’utilizzo di fertilizzanti naturali derivanti dall’allevamento bovino. Sempre relativamente alla parte agricola, stiamo sviluppando, oltre alla coltivazione dei prodotti tipici delle Ville legati alla corretta, sana e naturale alimentazione dei nostri capi di bestiame, anche la coltivazione di foraggi (loietto ed erba medica) necessari per l’alimentazione degli animali allevati. Infine, abbiamo una porzione di terreno riservata alla coltivazione degli ortaggi di stagione, oltre alla presenza di circa 1.400 piante di ulivo che trasformiamo in olio utilizzando il nostro frantoio interno originale degli anni Trenta.

    Quanto personale è impegnato nella struttura?

    Attualmente nelle Ville operano 52 persone, in origine erano più di 60 ma alcuni ci hanno lasciato, con nostro grande dispiacere, essendo un grande famiglia, per raggiunti limiti di età. Tornano comunque spesso a trovarci perché le Ville Pontificie rimangono dentro il cuore di chiunque vi abbia trascorso anche poco tempo.

    Da qualche anno è attivo anche un servizio di visite guidate in collaborazione con i Musei Vaticani.

    In linea con i desideri del Santo Padre, le Ville sono state aperte ai visitatori e i numeri sono in costante crescita: pensiamo di raggiungere quest’anno i 150.000 visitatori. L’offerta delle varie tipologie di visite è gestita dalla Direzione dei Musei Vaticani in piena condivisione e accordo con la Direzione delle Ville Pontificie. Stiamo inoltre studiando, per il prossimo anno, nuove offerte per i nostri visitatori arricchendo la parte delle mostre nel Palazzo apostolico oltre ad altri percorsi interni a Villa Barberini orientati principalmente a valorizzare l’arte e la cultura. Anche nella fattoria, stiamo studiando per le giovani scolaresche un percorso didattico in grado di mostrare e far conoscere loro i processi naturali e di crescita, sia degli animali che delle piante.

    Fonte: L’Osservatore Romano n.213 del 20 settembre 2019  -  pagina 8 - di Nicola Gori

     

  • A delegation of the Governorate meets Rome’s Facilities Team of the Tri-mission of the U.S. Embassy to the Holy See

    Challenges and accessibility in work environments and respect of the historical and artistic heritage

    The theme of accessibility, which is part of a larger American programme called Diversity, Equity, Inclusion and Accessibility (DEIA) was at the heart of the encounter between a delegation of the Governorate of Vatican City State and the Tri-mission Rome’s Facilities Team of the Embassy of the United States of America to the Holy See.

  • A settembre Castel Gandolfo festeggia il patrono San Sebastiano martire

    Un protettore contro i mali del corpo e dello spirito

    Correva l’anno 1867, in pieno agosto, quando un’epidemia di colera colpì i Castelli Romani. Ad Albano Laziale la popolazione venne quasi decimata con un tasso di mortalità elevato, come ricorda il “cimitero del colera o degli appestati”.

  • A stamp that unites Saint Peter’s Cupola and the Panama Canal to celebrate the centenary of diplomatic relations between the Holy See and Panama

    This year marks the centenary of diplomatic relations between the Holy See and Panama. To commemorate the event, on 21 May, the Governorate of Vatican City State issued a stamp, produced by the Post and Philately Service.


    The stamp will be presented, with the symbolic official cancellation on stamped envelope, on Wednesday afternoon, 21 August, at the end of a eucharistic celebration in Rome’s San Lorenzo in Damaso Basilica, presided by Cardinal Pietro Parolin, Secretary of State.

    Sister Raffaella Petrini, General Secretary of the Governorate of Vatican City State, and the outgoing Ambassador of Panama to the Holy See, H.E. Miroslava Rosas Vargas, will attend the presentation. A commemorative volume for the centenary of diplomatic relations will also be offered.

    The image of the stamp features two flags and two symbolic images of the two nations: the Cupola of Saint Peter and a landscape that ideally unites the Panama Canal depicting a sunrise on the Pacific Ocean and a sunset on the Atlantic Ocean, that can only be seen in this part of the world.

  • A stamp to celebrate 40 years of diplomatic relations between the Holy See and the United States of America

    On Monday, 16 September, a stamp will be presented in the Conference Hall of the Vatican Museums by Cardinal Fernando Vérgez Alzaga

    Forty years ago, the Holy See and the United States of America began diplomatic relations. The Governorate of Vatican City State will issue a stamp by the Post and Philately Service of the Directorate of Telecommunications and Information Systems, to commemorate the anniversary.

  • Accordo tra Governatorato e Heydar Aliyev Foundation per la messa in sicurezza dei rivestimenti in marmo della Basilica di San Paolo Fuori le Mura

    Per altri mille anni di splendore

    “La Basilica di San Paolo Fuori le Mura – Giubileo 2025”: è il tema dell’Accordo tra il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e la Heydar Aliyev Foundation dell’Azerbaigian, che verrà siglato, mercoledì mattina, 11 settembre, nel palazzo del Governatorato.

  • Agreement between the Governorate and the Heydar Aliyev Foundation for securing marble cladding for the Basilica of Saint Paul Outside the Walls

    For another thousand years of splendour

    "The Basilica of St Paul Outside the Walls - Jubilee 2025": is the theme of the Agreement between the Governorate of Vatican City State and the Heydar Aliyev Foundation of Azerbaijan, which will be signed on Wednesday morning, 11 September, in the Palace of the Governorate, by Cardinal Fernando Vérgez Alzaga, President of the Governorate, and Anar Alakbarov, Assistant to the President of the Republic of Azerbaijan and executive Director.

    Cardinal James Michael Harvey, Archpriest of the Papal Basilica of Saintt Paul Outside the Walls, Sr. Raffaella Petrini, General Secretary of the Governorate, Mr Ilgar Yusif oğlu Mukhtarov, Ambassador of the Republic of Azerbaijan to the Holy See and Mr Salvatore Farina, Director of the Directorate of Infrastructures and Services, will participate in the signing ceremony.

    The project is funded by the Foundation for the safety and preservation of the marble cladding and decorative apparatuses of the Basilica of Saint Paul Outside the Walls, in preparation for the upcoming Jubilee. The intervention was necessary to ensure the public’s safe transit and passage into the Basilica, as structural movements and widespread rise in water have degraded the marble cladding of the walls and of the columns of the naves.

    During the restoration works, the marble surfaces that decorate the aisles and transept of the Basilica will be covered for protection.

  • Al Braccio di Carlo Magno il Segretario Generale ha partecipato all’inaugurazione della mostra fotografica “Changes”

    Un richiamo alla tutela del creato

    Ventiquattro fotografie che vogliono rappresentare il contrasto tra la bellezza del Creato e i danni che il cambiamento climatico sta causando non solo alla natura, ma anche alle popolazioni di ogni parte del mondo. Sono gli scatti della mostra “Changes” curata da Lia e Marianna Beltrami con il Dicastero per la Comunicazione, in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Centro di Alta Formazione Laudato sì’. L’esposizione - che rientra nell’ambito del progetto “Emotions to Generate Change” - è stata allestita tra le colonne del Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro, dal 7 al 24 maggio.

    All’inaugurazione, martedì mattina, 7 maggio, ha partecipato anche Suor Raffaella Petrini, Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, oltre al Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini.  

    Le foto sono state scattate da artisti provenienti da ogni Continente: Amazzonia, Australia, Bangladesh, Borneo, Etiopia, Florida, Grecia, Islanda, Italia, Togo e Turchia e sono accompagnate da alcuni versetti del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.

    Le immagini mostrano le meraviglie della Casa Comune, ma anche le ferite inferte dall’uomo. Per questo, vogliono essere un richiamo a intervenire prima che sia troppo tardi e suscitare una risposta all’appello di Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Laudate Deum: “con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti”.

  • Al via le visite all’osservatorio astronomico del Papa a Castel Gandolfo

    Dal 3 agosto riapre al grande pubblico l’osservatorio astronomico del Papa a Castel Gandolfo.
    La Specola Vaticana – uno dei più antichi osservatori astronomici attivi al mondo – si mette a disposizione per accogliere visitatori e turisti grazie a una rinnovata e ricca proposta di visite guidate elaborata in collaborazione con i Musei Vaticani. Gli ambienti delle Ville Pontificie – di cui sono già visitabili i Giardini e il Palazzo Apostolico – diventano ancora più accessibili e fruibili, integrando ed estendendo i percorsi di visita agli spazi museali del Centro visitatori della Specola Vaticana e alle sue suggestive Cupole Barberini, sede degli storici Schimdt e Carte du Ciel, quest’ultimo recentemente restaurato e attualmente funzionante.

    Docenti esperti di astronomia, selezionati e formati dagli studiosi della Specola Vaticana, guideranno i partecipanti tra strumenti astronomici antichi e moderni, opere d'arte a tema, e alcuni preziosi campioni di meteoriti. Numerose gigantografie affisse alle pareti testimoniano il passaggio dei Papi all’Osservatorio. Suggestiva la fotografia scattata il 20 luglio 1969 che ritrae Papa Paolo VI guardare la luna dal telescopio poche ore prima dell’allunaggio dell’Apollo 11. Un altro scatto mostra il Papa mentre rilascia il messaggio di benedizione agli astronauti. Un’altra immagine ricorda invece la visita di Papa Benedetto XVI che tiene in mano con un fazzoletto un meteorite di Nakhla, dal nome della località egiziana in cui è stato trovato nel 1911, che si pensa proveniente da Marte. Momento clou del tour sarà la visita finale agli storici telescopi installati nelle due maestose Cupole Barberini, tutt’oggi apribili e girevoli per “riveder le stelle”. Sono inoltre previste, una volta al mese, in prossimità del primo quarto di luna, visite con osservazioni astronomiche al telescopio Carte du Ciel del 1891.

    La Specola Vaticana è un istituto di ricerca scientifica direttamente dipendente dalla Santa Sede. Le sue origini risalgono alla fine del XVI secolo, quando nel 1578 Papa Gregorio XIII instituì una commissione in cui un ruolo predominante ebbe p. Cristoforo Clavio S.J., astronomo e matematico gesuita del Collegio Romano, per preparare la riforma dal calendario giuliano a quello gregoriano, promulgata nel 1582. La Specola operò in Vaticano per poco più di 40 anni, ma agli inizi degli anni trenta, l'aumento delle luci elettriche insieme alla crescita urbana della capitale resero il cielo di Roma così luminoso da rendere impossibile agli astronomi lo studio delle stelle più deboli. Per questo Pio XI dispose che l’Osservatorio si trasferisse nella sua residenza estiva a Castel Gandolfo. Nel 1981 venne poi fondato un secondo centro di ricerca a Tucson in Arizona, il "Vatican Observatory Research Group", e nel 1993 la Specola, in collaborazione con l'Osservatorio Steward, portò a termine la costruzione del Telescopio Vaticano a Tecnologia Avanzata (VATT) sul Monte Graham (Arizona). Oggi la Specola Vaticana collabora con molti istituti astronomici internazionali ed è membro della Unione Astronomica Internazionale (IAU) e del Centro Internazionale per l'Astrofisica Relativistica (ICRA) e dal 1986, a Castel Gandolfo, organizza una scuola estiva di astronomia.

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    FONTE: MUSEI VATICANI

  • Antonio Canova nei Musei Vaticani

    In occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822), i Musei Vaticani omaggiano il grande scultore dedicandogli un originale progetto espositivo che dal prossimo 25 ottobre coinvolgerà i visitatori lungo tutto il percorso museale.

    Una mostra articolata e diffusa che, nel proporre uno speciale itinerario canoviano (Cortile OttagonoGalleria ChiaramontiBraccio Nuovo, Pinacoteca), intende ricordare anche il ruolo istituzionale che il “principe degli scultori” ebbe in qualità di Soprintendente al Patrimonio Artistico dello Stato e Direttore Generale dei Musei Vaticani, così come l’intensa attività diplomatica da lui svolta – su nomina di papa Pio VII – nel delicato compito di recupero dei capolavori artistici requisiti da Napoleone all’indomani del Trattato di Tolentino (1797).
    Le celebrazioni canoviane in Vaticano – realizzate sotto la Direzione e la curatela di Barbara Jatta e di Alessandra Rodolfo, Responsabile del Reparto per l’Arte dei secoli XVII e XVIII – trovano tuttavia il loro apice nella presentazione del nuovo allestimento permanente, nel cuore dei Palazzi Vaticani, della raffinata Sala delle Dame che per la prima volta accoglierà il grande pubblico dei Musei con il suo prezioso e inedito nucleo di opere afferenti al grande Maestro: bozzetti, modelli e gessi di carattere religioso.

    Nell’onorare i molteplici talenti e la versatilità del genio di Possagno, acclamato in vita come “il nuovo Fidia”, non poteva mancare un riferimento al suo processo creativo e alle importanti novità che seppe apportare alla pratica scultorea. Per tutta la durata dell’evento espositivo, la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana evocherà lo Studio romano che Canova costituì e animò insieme ai suoi numerosi collaboratori, dal 1783 al 1822, nel Rione Campo Marzio, tra Via della Colonnette e l’odierna Via Antonio Canova. A supporto della ricostruzione storica dell’ambiente in cui operò l’artista, è stato realizzato appositamente un fedele modello architettonico in scala del suo atelier con all’interno stampe in 3D delle statue del Perseo e dei Pugilatori. In mostra, tra le testimonianze scultoree originali – oltre alla presenza eccezionale del busto di Pio VII realizzato dal Maestro – figurano due busti ritratto ad opera del suo amico fraterno e collaboratore stretto Antonio D’Este, insieme a un tondo in ceramica con l’effige del Canova quale omaggio simbolico dall’artista contemporaneo Luigi Ontani che da anni abita e lavora proprio nello studio dove tre secoli fa il grande scultore neoclassico creò i suoi più famosi capolavori.
    L’intero progetto è stato reso possibile grazie al generoso sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, e nello specifico dei coniugi Rick e Lisa Altig del Capitolo Northwest.

    Fonte: Musei Vaticani

  • Apertura dell’account Instagram ufficiale del Governatorato

    Il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, di fronte alle mutate abitudini in materia di informazione degli ultimi anni, modernizza e digitalizza la sua comunicazione.

    Rientra in questo ambito l’apertura di un account Instagram Governatorato_SCV.

  • Apertura dell’account X (Twitter) ufficiale del Governatorato

    Da oggi il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano inaugura il servizio X (Twitter) per informare sulle proprie attività.

  • Cardinal Fernando Vérgez Alzaga bestowed with the Order of the Quetzal of Guatemala

    A sign of friendship between the Vatican and Guatemala

    Cardinal Fernando Vérgez Alzaga, President of the Pontifical Commission of Vatican City State and President of the Governorate, has been awarded with the highest national honour of Guatemala, the Order of the Quetzal. The award ceremony was held on Thursday morning, 20 June, in the Palace of the Governorate. Guatemalan Minister, Ambassador Carlos Ramiro Martínez Alvarado, and Alfredo Vásquez Rivera, Ambassador of Guatemala to the Holy See, attended the ceremony as representatives of the Guatemalan government.

  • Cardinal Fernando Vérgez Alzaga, President of the Governorate of Vatican City State, concludes Marian Month in the vatican gardens

    Like many small flames before the Heart of Mary

    Hundreds of tiny flames, like many pleas brought before the Heart of Mary so they may reach her Son’s Heart, lit a long procession through the Vatican Gardens on Friday evening, 31 May. The procession ended at the Grotta di Lourdes. A large number of faithful participated in the recital of the Rosary, surrounded by the light of the flambeaux, and listened to the concluding reflection of Cardinal Fernando Vérgez Alzaga, President of the Governorate of Vatican City State.

  • Comunicato del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

    Nell’ambito del Protocollo di attuazione degli articoli 4 e 8 della Convenzione Doganale tra l’Italia e lo Stato della Città del Vaticano del 15 febbraio 2007, è stata concordata una nuova procedura doganale per la gestione delle merci da e verso lo Stato della Città del Vaticano.

    La Direzione dell’Economia del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli italiana, con la sottoscrizione del relativo accordo, hanno inteso avviare un processo di digitalizzazione per garantire la completa efficienza, trasparenza e semplificazione operativa, frutto della costante e proficua collaborazione tra le parti.

    Città del Vaticano 10 dicembre 2021.

  • Comunicato Stampa

    Lo Stato della Città del Vaticano è impegnato da molti anni a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso politiche ecologiche per salvaguardare l’ambiente e fornire strategie di risparmio energetico.

    Applicando i principi della Enciclica “Laudato” e della Esortazione Apostolica “Laudate Deum” è tra i primi Stati al mondo a perseguire progetti di sostenibilità cercando soluzioni innovative e sostenibili che aiuteranno a cambiare il modo di lavorare tenendo a cura la tutela della “Casa Comune” adottando progetti che, anche attraverso l’uso di tecnologie affidabili ed ecocompatibili, consentano di ridurre concretamente l’impatto dell’attività umana sull’ambiente.

    La ratifica della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e degli Accordi di Parigi costituiscono il ponte tra le politiche ambientali e le indicazioni e raccomandazioni del Santo Padre.

    Il Governatorato si è impegnato a raggiungere la neutralità climatica attraverso il responsabile uso delle risorse naturali, l'attuazione di progetti finalizzati all'efficienza energetica e l'aggiornamento dei nostri asset tecnologici, la mobilità sostenibile, la diversificazione e l'approvvigionamento di prodotti energetici più puliti o alternativi per il trasporto, lo smaltimento dei rifiuti e lo sviluppo di futuri e concreti progetti di riforestazione.

    Raggiungere la neutralità richiederà investimenti in strutture tecnologiche utilizzando energie rinnovabili, procedendo a compensare le emissioni prodotte in un settore riducendole in un altro, ma soprattutto promuovendo la mobilità elettrica e ibrida.

    Per questo motivo il Governatorato ha avviato un programma di sviluppo della mobilità sostenibile denominato “Conversione Ecologica 2030” pensato anche per la riduzione dell’impronta di CO2 della propria flotta di veicoli.

    Per lo scopo, intende: sostituire gradualmente le vetture di propria proprietà dello Stato con veicoli elettrici, al fine di rendere il proprio parco auto a impatto zero entro il 2030; implementare la propria rete di ricarica nel territorio dello Stato e nelle zone extraterritoriali estendendone l’uso ai propri dipendenti; assicurare che il proprio fabbisogno energetico provenga esclusivamente da fonti di energia rinnovabili.

    Il Gruppo Volkswagen - che mira a diventare un'azienda a zero emissioni di carbonio entro il 2050 e ridurre l'impronta di carbonio dei propri veicoli del 30% entro il 2030 - è il primo partner strategico per il progetto destinato a rinnovare il parco auto dello Stato con vetture a marchio Volkswagen e Škoda attraverso la formula del noleggio a medio e lungo termine.

    Oggi viene siglato un accordo di partnership con il Gruppo Volkswagen, nell’ambito del programma di sviluppo della mobilità sostenibile, che appresenta uno dei passi che il Governatorato ha intrapreso per consentire di ridurre concretamente l’impatto dell’attività umana sull’ambiente.

  • Comunicato stampa del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano sul Natale 2019

    Proviene da Scurelle, il comune della Valsugana in provincia di Trento, il Presepe che verrà allestito in Piazza San Pietro per il Natale 2019. Giunge, invece, dall’Altipiano di Asiago l'imponente abete rosso, alto circa 26 metri, con diametro di 70 centimetri, che verrà innalzato accanto al Presepe. È stato donato insieme con una ventina di alberi più piccoli dal Consorzio di usi civici di Rotzo-Pedescala e San Pietro in provincia di Vicenza. Albero e Presepe sono legati insieme dal comune ricordo della tempesta dell'ottobre-novembre 2018 che devastò molte zone del Triveneto. Quest’anno, inoltre, il Gruppo Presepio Artistico Parè di Conegliano, in provincia di Treviso, curerà l’allestimento del Presepe all’interno dell’Aula Paolo VI.

    La tradizionale inaugurazione del Presepe e l'illuminazione dell'albero di Natale in piazza San Pietro, si terranno giovedì 5 dicembre, alle ore 16,30. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Giuseppe Bertello, e dal Vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente Presidente e Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

    Il Presepe è realizzato quasi interamente in legno. È composto da due elementi architettonici caratteristici della tradizione trentina. Si tratta di due strutture in legno lavorato con tavole grezze. È il cosiddetto sistema di copertura “alla trentina”, realizzato con tetto a scàndole (il tetto a scàndola è un antichissimo sistema costruttivo utilizzato per realizzare coperture con assi a spacco e scaglie di legno piatti).

    Nelle due strutture vengono alloggiati 20/25 personaggi a dimensione naturale (altezza delle statue 1,80 metri circa) in legno policromo. La Sacra Famiglia è collocata sotto la struttura più grande. Intorno alla scena centrale trovano spazio altri personaggi: Re Magi, pastori, animali, oggetti e piante. In particolare, in ricordo della tempesta dell'ottobre-novembre 2018, vengono collocati come sfondo del paesaggio alcuni tronchi di legno provenienti dalle zone colpite dai nubifragi.  

    L'abete rosso utilizzato per l'albero di Natale proviene dai boschi di cui è ricco il territorio del comune di Rotzo e le frazioni di Pedescala e San Pietro. La superficie boschiva, infatti, si estende su una superficie di oltre 1.880 ettari in cui si trovano in maggioranza specie quali l’abete rosso, l’abete bianco, il larice, oltre ad esemplari di faggi, ma in maniera più sporadica. In sostituzione delle piante rimosse verranno ripiantati 40 abeti per reintegrare i boschi gravemente danneggiati dalla tempesta del 2018.

    L’addobbo e l'illuminazione dell'albero è a cura della Direzione Infrastrutture e Servizi del Governatorato in collaborazione con la Osram S.p.A. e Osram gmbh che offre un sistema di illuminazione decorativa ad alta resa cromatica, di ultima generazione, volto a limitare l’impatto ambientale ed il consumo energetico.

    Il Presepe di Conegliano, invece, richiama direttamente come ambientazione le antiche stalle fienile della Lessinia (“terra usata e preparata per i pascoli”), una zona geografica delle Prealpi Venete. La struttura ricorda le costruzioni ad arco a sesto acuto: una costruzione geometrica, di ispirazione gotica, consistente nel tracciato di due archi congiunti con i mattoni, “conci”, disposti radialmente sfruttandone l’attrito fra di essi. Ad arricchire l’opera sarà presente un capitello che rappresenta la celebre opera “Madonna con Bambino” di Cima da Conegliano, importante pittore rinascimentale. Le figure che verranno inserite nel Presepe avranno un’altezza di circa 125 centimetri e indosseranno abiti della tradizione veneta.

    Nella mattina del 5 dicembre, le delegazioni di Scurelle, del Consorzio di usi civici di Rotzo-Pedescala e San Pietro e del Gruppo Presepio Artistico Parè di Conegliano saranno ricevute in udienza da Papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni.

    L’albero ed il Presepe rimarranno esposti fino alla conclusione del Tempo di Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, domenica 12 gennaio 2020.

    Dal Vaticano, 31 ottobre 2019

  • Comunicato Stampa del Governatorato S.C.V. - Natale 2023

    Ottocento anni fa, san Francesco d'Assisi volle realizzare il primo presepe e Onorio III approvava per i Frati Minorila Regola Bollata. Nel ricordo di questo duplice anniversario, la rappresentazione della Natività in Piazza San Pietro e nell'Aula Paolo VI di quest'anno proverranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti, mentre il monumentale albero di Natale arrivadall'alta valle Maira, nel comune di Macra, in Diocesi di Saluzzo e provincia di Cuneo.

    La tradizionale inaugurazione del Presepe e l'illuminazione dell'albero di Natale si terranno in Piazza San Pietro, sabato 9 dicembre, alle ore 17,00. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza di suor Raffaella Petrini, Segretario Generale dello stesso Governatorato. Al mattino, le Delegazioni di Rieti e di Macra saranno ricevute in udienza da Papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni.

    Vuole far rivivere l'atmosfera del Natale 1223 il Presepe in piazza San Pietro, quando san Francesco, di ritorno da un viaggio in Terra Santa, chiese di rievocare la nascita di Gesù, di farlo proprio in un paese che gli ricordava Betlemme: Greccio, un borgo nel reatino immerso tra le rocce a 700 metri di altezza.

    Piazza San Pietro si trasforma, quindi, in una ideale Greccio, dove intorno alla greppia e al bue e all'asinello, vengono collocati pochi personaggi: quelli che realizzarono il desiderio del Poverello, come il nobile Giovanni Velita e sua moglie Alticama, tre frati compagni del Santo e alcuni pastori. La memoria torna a quanto narrato da Tommaso da Celano, che descrisse il primo presepe vivente della storia. Si è scelto di immaginare quanto avvenne allora attraverso una rappresentazione artistica. La scena vede al centro l'affresco della grotta di Greccio davanti al quale un frate minore celebra la messa, in presenza di san Francesco con in braccio il Bambinello e la Madonna. Accanto San Giuseppe in adorazione e il bue e l'asinello.

    La struttura vuole ricordare la roccia del Santuario di Greccio con un simbolico abbraccio al colonnato di Piazza San Pietro ed è collocata sopra a una base ottagonale in ricordo degli ottocento anni dell'evento. Intorno, una vasca dove scorre il fiume Velino con le sue acque che dalla Valle Santa giungono fino a Roma. L'acqua rimanda anche al Cantico delle Creature e alla millenaria storia della valle così ricca di acque, a cui sono legate le vicende delle popolazioni che l'abitano e l'hanno abitata.

    Nella rappresentazione si fa riferimento anche ai quattro Santuari francescani e alla città di Rieti. L'opera è stata realizzata dagliesperti artigiani che hanno interpretato il disegno del presepista Francesco Artese. I personaggi, di grandezza naturale, sono in terracotta dipinta (testa, mani e piedi) montati su una struttura in ferro impagliata con vestiti dell'epoca (1200).

    Anche nell'Aula Paolo VI, migliaia di tessere di vetro veneziano narreranno la rappresentazione della nascita di Gesù. Ad accoglierlo, come ottocento anni fa, San Francesco e Santa Chiara che, nonostante non fosse presente nella notte diGreccio,simboleggia lapresenza dell'universo femminile del francescanesimo.

    Il Bambino è avvolto in un tessuto bianco, mentre una scia azzurra giunge a terra fino ad avvolgere San Francesco inginocchiato con le mani aperte. Essa, nelle intenzioni degli artisti, rappresenta l'acqua sorgente di vita. Quasi dietro al Santo, vi è Santa Chiara, vestita secondo lo stile sobrio delle clarisse con il volto semi coperto da un velo quasi nero e con le vesti di colore violaceo scuro.

    Le mani di Chiara sembrano appoggiate a San Francesco. Differenti sono le aureole per evidenziare i diversi ruoli dei personaggi. Le tessere trasparenti ed opache di smalto di vetro veneziano con bordatura in oro giallo liscio per il Bambino, la Madonna e San Giuseppe. Le tessere trasparenti ed opache di smalto di vetro veneziano con bordatura in oro bianco per San Francesco e Santa Chiara.
    Il viso del Bambino è piccolo e luminoso, Maria indossa un mantello blu, al suo interno si scorgono 
    le stelle a rappresentare l'infinito, la veste è rossa. Le mani dellaMadonna sorreggono il Bambino per presentarlo al mondo. San Giuseppe ha gli abiti color della terra. L'opera è realizzata dall'artista del mosaico Alessandro Serena di Spilimbergo (Pordenone).

    Al termine dell'esposizione in Vaticano, le opere monumentalisaranno esposte permanentemente nella città di Rieti.

    Perquantoriguardal'abetebianco,altoquasi25metri,essoprovienedaunterritorio particolarmente verde, l'alta valle alpina che prende il nome dal torrente che la percorrenella sua lunghezza: il Maira, nel comune di Macra, dove centinaia di migliaia di piante autoctone crescono una accanto all’altra, in immense foreste. Il comune di Macra ha saputo diventare il punto di congiunzione tra la bassa e l’alta valle Maira, un luogo di soste e di scambio. Il Comune si trova a 875 metri di altitudine, ed è costituito da 17 borgate e frazioni. Nasce nel 1928 dalla fusione di Alma ed Albaretto, creati come comuni autonomi nel 1602. Ed è proprio dai parrocchiani di Albaretto di Macra,pochi abitanti fieri delle tradizioni delle genti di montagna e fortemente motivati al rilancio, che è nata l'iniziativa di donare l’albero di Natale a Papa Francesco. Si tratta della volontà di riscatto di una piccola comunità che, col suo gesto, vuole testimoniare la vicinanza al Pontefice. La donazione è stata resa possibile con il contributo del comune di Cuneo.

    Una particolarità riguarda l’addobbo, che è all'insegna della cura della Casa comune, nello spirito dell'enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. È molto diverso rispetto agli anni passati, ed è caratterizzato dalla presenza sull’albero di migliaia di stelle alpine della ditta Piumatto della Edelweiss di Villar San Costanzo. Simboleggiano la neve e portano in Piazza San Pietro il fiore che caratterizza la valle Maira. È molto importante considerare che le stelle alpine vivono allo stato naturaleoltrei1800metridialtitudine.L’azienda,chehacomeobiettivolasalvaguardia ambientale, le coltiva in pianura senza compromettere quelle allo stato naturale, per cui esse vengono in questo modo preservate per tutelare la flora tipica della montagna.

    L'allestimento dell'illuminazione e la cerimonia sono, come di consueto, curate dalla Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato e dal Coordinamento Eventi del Governatorato.

    L’albero e i Presepi rimarranno esposti fino alla conclusione del Tempo di Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, domenica 7 gennaio 2024.

    Città del Vaticano, 30 ottobre 2023

     

  • Comunicato Stampa del Governatorato SCV - Natale 2020

    Arriva da Castelli, in provincia di Teramo, centro importantissimo per la ceramica fin dal XVI secolo, il Presepe che verrà allestito in Piazza San Pietro per il Natale 2020. Proviene, invece, dalla Slovenia sudorientale, esattamente dal territorio del comune di Kočevje, il maestoso abete rosso o peccio (Picea abies) dell'altezza di 28 metri e del diametro di 70 centimetri a terra. Quest'anno ancor di più del solito, l'allestimento del tradizionale spazio dedicato al Natale in Piazza San Pietro vuole essere un segno di speranza e di fiducia per il mondo intero. Vuole esprimere la certezza che Gesù viene in mezzo al suo popolo per salvarlo e consolarlo. Un messaggio importate in questo tempo difficile a causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19. 

    La tradizionale inaugurazione del Presepe e l'illuminazione dell'albero di Natale, si terranno, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, in Piazza San Pietro, venerdì 11 dicembre, alle ore 16,30. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Giuseppe Bertello, e dal Vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente Presidente e Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Lo stesso giorno, nella mattinata, le delegazioni di Castelli e di Kočevje saranno ricevute in udienza da Papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni.

    Il Presepe monumentale di Castelli ha la caratteristica di essere formato da statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale. Rappresenta non solo un simbolo culturale per l’intero Abruzzo, ma è considerato anche un oggetto di arte contemporanea che affonda le sue radici nella tradizionale lavorazione della ceramica castellana. Si tratta di un'opera realizzata dagli alunni e dai docenti dell’Istituto d’arte “F.A. Grue”, attuale liceo artistico statale per il design, che, nel decennio 1965-1975, dedicò l'attività didattica al tema natalizio. 

    In Piazza San Pietro verranno esposti solo alcuni pezzi della fragile collezione composta da 54 statue. Verranno collocati lateralmente a una pedana luminosa di circa 125 metri quadrati che circonda in leggera pendenza parte dell’obelisco. Le sculture rappresentano i Magi; al centro, sul punto più alto della pedana, è collocato il gruppo della Natività con l’Angelo con le ali aperte. La sua collocazione sopra la Sacra Famiglia vuole simboleggiare la sua protezione sul Salvatore, Maria e Giuseppe.   

    Il primo gruppo di statue, costituito dalla Sacra Famiglia venne realizzato insieme con lo zampognaro, la pastorella con brocca, il suonatore con flauto di Pan, la bimba con bambola. Ispiratori del progetto furono Serafino Mattucci, allora direttore e animatore dell'Istituto, i professori Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini. Con grande entusiasmo parteciparono all'iniziativa gli alunni e tutto il personale tecnico del liceo. 

    Nel Presepe abruzzese si trovano forti richiami alla storia dell’arte antica, dall’arte greca a quella sumerica, passando per la scultura egizia. Inoltre, negli oggetti che arricchiscono il presepe e nella pentacromia castellana con cui sono state decorate le opere, si ritrova la memoria dell’arte della ceramica locale. Le statue sono state realizzate con moduli ad anelli che, sovrapposti, formano busti cilindrici. In alcune figure, soprattutto nell’uso del colore, si ritrova la sperimentazione e il rinnovamento dell’arte ceramica sviluppati in quegli anni nel liceo Grue. La prima esposizione pubblica del Presepe avvenne a Castelli, sul sagrato della chiesa madre nel dicembre 1965, poi, nel Natale 1970 fu la volta ai mercati di Traiano a Roma e, qualche anno dopo, a Gerusalemme, a Betlemme e Tel Aviv. 

    Per quanto riguarda l'abete rosso, esso proviene da Kočevje, città sul fiume Rinža. La regione Kočevsko è uno dei territori sloveni dove la natura è più intatta, considerando che le foreste ricoprono il 90% del suo territorio. L'abete rosso scelto per Piazza San Pietro è cresciuto nei pressi di Kočevska Reka, a 6 chilometri in linea d'aria dall'imponente foresta vergine Krokar, che rappresenta una di quelle primordiali ancora intatte. Questa foresta vergine è una delle due riserve forestali slovene, l'altra è quella di Snežnik-Ždrocle (nella regione Notranjska), inserite tra i 63 siti delle antiche faggete primordiali nella lista del Patrimonio mondiale dell'Unesco.


    Il peccio si è diffuso largamente in Slovenia nella seconda metà del XVIII secolo e rappresenta più del 30% delle risorse forestali ed è la specie arborea più importante dal punto di vista economico. Fin dai tempi antichi è simbolo di fertilità e nella tradizione popolare viene usato spesso in occasione di cerimonie come per la festa del 1° maggio o per le solennità natalizie. Nella regione di Bela Krajina, per la festa di San Giorgio era tradizione portare in processione un peccio, decorticato e decorato con fiori e stoffe. Il peccio più alto dell'Europa, “Sgermova smreka” misura 61,80 metri e si trova sul massiccio di Pohorje proprio in Slovenia. Ha circa 300 anni, un perimetro di 3 metri e 54 centimetri e un diametro di oltre un metro. 

    L’albero ed il Presepe rimarranno esposti fino alla conclusione del Tempo di Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, domenica 10 gennaio 2021.

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