La messaggera del Cuore di Cristo
Nel cuore del XVII secolo, durante il regno di Luigi XIV (1638-1715), la Francia si ritrovava ancora ferita dalle devastazioni delle guerre di religione. All’interno della Chiesa, intanto, si diffondeva un’interpretazione spirituale severa e austera: il giansenismo. Questa corrente, lontana dallo spirito di misericordia, tendeva a instillare nei fedeli più timore che amore verso Dio. Intanto, seguendo le linee tracciate dal Concilio di Trento, fiorivano nuove comunità religiose. Tra esse, nel 1610, nacque ad Annecy l’Ordine della Visitazione di Santa Maria, fondato da San Francesco di Sales e Santa Giovanna Francesca de Chantal. I due fondatori consideravano il loro Ordine come un dono nato dal Cuore stesso di Gesù e di Maria, frutto del sacrificio di Cristo.
Il simbolo dell’Ordine era un cuore sormontato da una croce, cinto da spine e trafitto da due frecce, inciso con i nomi sacri di Gesù e Maria. Nel 1626, su richiesta dei Gesuiti, un monastero della Visitazione si stabilì a Paray-le-Monial, destinato a diventare un luogo chiave per la diffusione della devozione al Sacro Cuore. È lì che visse Santa Margherita Maria Alacoque.
Nata nei pressi del Charolais e battezzata il 25 luglio 1647, dimostrò sin dalla prima infanzia una spiccata sensibilità religiosa. Cresciuta in un ambiente profondamente cristiano, sviluppò presto un legame intimo con Cristo, specialmente nell’Eucaristia. A soli cinque anni, durante una Messa celebrata nella residenza della sua madrina, pronunciò spontaneamente un voto di castità, segno precoce della sua vocazione.
Alla morte del padre, Margherita e sua madre si trasferirono presso parenti dal temperamento duro. In quel contesto difficile, trovò conforto nella preghiera, che divenne il rifugio dell’anima. Fu proprio in quel periodo che cominciò a vivere esperienze mistiche, con visioni ricorrenti del Cristo crocifisso o flagellato, anche in momenti inattesi, come durante una serata mondana a cui era stata invitata. Pensava che tali esperienze fossero comuni a tutti, e non le considerava straordinarie. Gesù stesso le insegnava come pregare: inginocchiarsi, riconoscere le proprie colpe, e donarsi a Lui in silenzio.
All’età di 24 anni, il 20 giugno 1671, rispose alla chiamata divina entrando nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial, dopo aver percepito chiaramente nel cuore le parole: “È qui che ti voglio”. In occasione della sua professione religiosa, il 6 novembre 1672, visse esperienze mistiche profonde. Durante la preparazione alla professione, pur continuando i suoi compiti quotidiani (tra cui la cura dell’asinella del convento), ricevette nuove intuizioni sul mistero della Passione di Cristo.
Negli anni seguenti, fu protagonista di fenomeni mistici sempre più intensi. Il 1º luglio 1673, durante la recita dell’ufficio liturgico, fu guarita improvvisamente da una grave afonia attraverso una visione di Gesù sotto forma di Bambino. Poco dopo, ebbe anche la visione di San Francesco d’Assisi avvolto nella gloria, che divenne per lei una guida nei momenti di prova.
Tra il 1673 e il 1675, ebbero luogo le cosiddette Grandi Apparizioni, durante le quali Cristo le rivelò il suo Cuore colmo di amore e dolore per l’indifferenza degli uomini, soprattutto nei confronti dell’Eucaristia. Chiese che venisse istituita una festa liturgica in onore del Sacro Cuore, da celebrarsi con fervore e speciale devozione. Questa solennità, che oggi conosciamo come la solennità del Sacro Cuore di Gesù, venne ufficialmente riconosciuta nel 1765 e poi estesa a tutta la Chiesa nel 1856.
Nel 1675, a Paray-le-Monial arrivò Padre Claudio de La Colombière, un Gesuita di rara intelligenza e sensibilità, destinato a diventare il confessore e sostenitore spirituale di Margherita. All’inizio, Padre Claudio sottopose la giovane religiosa a un attento discernimento per verificare l’autenticità delle sue esperienze, e giunse infine a riconoscerla come un’anima visitata dalla grazia. Le consigliò di abbandonarsi con fiducia allo Spirito, ma anche di non trascurare i doveri comunitari in favore della sola preghiera individuale. Le ordinò anche, per obbedienza, di scrivere tutto ciò che viveva interiormente.
Nel 1676, Padre La Colombière fu destinato alla corte inglese come predicatore della duchessa (di) d’York, mentre Margherita continuava il suo cammino spirituale. Lentamente, la comunità religiosa si aprì al messaggio del Sacro Cuore e iniziò ad adottarne le pratiche: l’Ora Santa, la venerazione dell’immagine del Cuore trafitto, e la diffusione della festa voluta da Cristo.
Nel 1684, Marguerite-Marie visse un’esperienza spirituale chiamata “nozze mistiche”, nella quale consacrò sé stessa in un’unione profonda e totale con Cristo. Fu poi nominata maestra delle novizie, che guidò insegnando loro che il cammino verso la santità passa attraverso la devozione al Sacro Cuore, “la via più breve per arrivare a Dio”. Nel 1686, all’interno del giardino del monastero fu edificata una cappella dedicata al Sacro Cuore, dove venne celebrata per la prima volta la relativa festa.
Sempre nel 1686, pronunciò un voto di perfezione, impegnandosi a vivere ogni passo della regola e ogni sofferenza come offerta totale al Cuore di Gesù. Nell’ottobre 1690, una grave febbre la costrinse a letto. I medici, impotenti, dissero che la causa del suo male era l’eccesso d’amore.
In punto di morte, rivolgendosi alle sorelle, disse con umiltà: “Ardo... Se fosse per amore divino, sarebbe una consolazione. Ma non ho mai saputo amare Dio perfettamente. Pregate per me e amatelo voi, con tutto il cuore, per colmare ciò che io non ho fatto. Che gioia amare Dio! Oh, che felicità!”. Morì il 17 ottobre 1690, dopo aver ricevuto i Sacramenti, pronunciando i nomi di Gesù e Maria. La notizia della sua morte si diffuse rapidamente in città: “La santa è morta!”, dicevano. Fu beatificata da Pio IX nel 1864 e canonizzata da Benedetto XV nel 1920.