14 febbraio: Santi Cirillo e Metodio

Evangelizzatori dei popoli slavi
Sono famosi per essere gli evangelizzatori dei popoli slavi, per i quali crearono un alfabeto vicino e comprensibile a larga parte della popolazione per trasmettere loro la conoscenza delle Scritture. Sono Cirillo e Metodio, due fratelli di Tessalonica, attuale Salonicco, in Grecia, allora Impero bizantino. Metodio nacque nell’825 circa, due anni dopo fu la volta di Cirillo, il quale si chiamava Costantino, ma cambiò il nome con cui è passato alla storia, quando sul letto di morte, prese l'abito monastico.
In giovane età, Cirillo si trasferì a Costantinopoli per perfezionare gli studi di teologia e filosofia. Nella capitale dell’impero venne ordinato sacerdote, entrando a far parte del clero della Basilica di Santa Sofia.
L’imperatore di Bisanzio, Michele III, inviò i due fratelli, su richiesta del principe Rastislav, nella Grande Moravia, al tempo un’entità di un’estensione territoriale enorme, che comprendeva la maggior parte degli attuali Stati balcanici. L’obiettivo era l’evangelizzazione di questo immenso popolo, ma il loro contributo andò oltre l’attività di cristianizzazione delle popolazioni pagane slave.
Cirillo godeva della reputazione di erudito e letterato, parlando greco, latino, ebraico, armeno e la lingua vetero-slava. Egli creò un alfabeto glagolitico, (da “glagol”, “parola, verbo”), costituito da circa 40 lettere. Il nuovo alfabeto diede forma a una lingua fino ad allora solo parlata e che ancora oggi è alla base della cultura di tante nazioni dell’Europa orientale. Con suo fratello, Metodio tradusse la Bibbia, i libri liturgici e alcuni testi giuridici. Lo slavo divenne una lingua della liturgia cristiana nella Grande Moravia.
In effetti, la creazione dell'alfabeto cirillico, comprensibile a larghe fasce della popolazione, aprì la strada a una massiccia cristianizzazione della Moravia. In questo modo, la Grande Moravia divenne un paese cristiano.
La nascita dell’alfabeto cirillico vero e proprio risale invece al X secolo circa, quando il sovrano bulgaro Boris I commissionò a un allievo di Cirillo e Metodio, Clemente di Ochrida, un alfabeto più semplice.
Una volta giunti nel regno di Rastislav i due fratelli entrarono in contrasto con il clero franco-tedesco che rivendicava quel territorio, essendo stato evangelizzato dalle missioni di Salisburgo e Passavia. Ben presto si arrivò ai contrasti. Nell’867 Cirillo e Metodio vennero convocati a Roma per discutere con il Papa dell'uso cultuale della lingua slava. Niccolò I approvò la traduzione della Bibbia in slavo, a condizione che la lettura dei brani fosse preceduta dagli stessi passi in latino.
Cirillo morì a Roma nell’anno 869. Suo fratello Metodio venne ordinato sacerdote e continuò l’opera evangelizzatrice tra gli slavi. In un successivo viaggio a Roma, venne nominato Arcivescovo di Pannonia e Moravia. Denunciato a torto come eretico dai suoi avversari, venne imprigionato in Baviera e fu liberato solo grazie all’intervento del Papa nell’873.
Nell'880 Metodio tornò a Roma, per difendersi dalle accuse degli avversari, e nell'881-882 compì un viaggio a Costantinopoli, per cercare forse un appoggio dal Patriarca. Rientrato nella Grande Moravia, morì a Velehard, nell’885, dove è sepolto.
I due fratelli, testimoni della Chiesa indivisa nella pluralità dei riti e delle lingue, fedeli al Papa e al Patriarca di Costantinopoli, furono nominati co-patroni d'Europa, insieme a San Benedetto, il 31 dicembre 1980, da San Giovanni Paolo II.