3 dicembre: San Francesco Saverio, Patrono delle missioni
L’evangelizzatore delle Indie
Il “San Paolo delle Indie”, Patrono delle missioni, grande evangelizzatore dell’Asia, uno dei primi a seguire Sant’Ignazio di Loyola, è Francisco de Jassu y Xavier, conosciuto come Francesco Saverio.
Nacque nel 1506, nel castello di Xavier vicino a Pamplona, da una nobile famiglia. Nel settembre 1525, si recò a Parigi per studiare al Collegio di Santa Barbara, dove ebbe come compagno di stanza Pierre Favre, primo sacerdote della Compagnia, al quale si aggiunse Ignazio di Loyola. All’inizio i rapporti tra Francesco e Ignazio furono conflittuali, perché Francesco voleva proseguire la carriera accademica, tanto che il Loyola lo definì: “il più duro pezzo di pasta che abbia mai dovuto impastare”. Nel 1530 diventò Magister Artium e ottenne una cattedra al Collegio di Dormans-Beauvais.
Il 15 agosto 1534, nella cappella di Saint-Denis a Montmartre, pronunciò i voti privati di povertà, di castità e di recarsi in Terra Santa per convertire gli infedeli. Si trasferì a Venezia, punto di partenza delle navi per la Terra Santa. In attesa di imbarcarsi, si recò a Roma per chiedere al Papa il permesso di andare in Terra Santa. Venne ordinato sacerdote, il 24 giugno 1537, dal Legato pontificio nella cappella privata del Papa.
Paolo III chiese a Ignazio di accettare la richiesta del re Giovanni III del Portogallo di inviare due missionari nella nuova colonia delle Indie.
Francesco venne scelto insieme con Simon Rodriguez e, nel giugno del 1540, arrivò a Lisbona. Dovette attendere fino alla primavera successiva, perché la flotta era già partita. Nel frattempo, si dedicò alla predicazione e alla visita ai prigionieri. Il re del Portogallo, soddisfatto dell’apostolato dei due, chiese a Simon Rodriguez di rimanere a Lisbona per aprire una scuola. Così, Francesco partì da solo, primo missionario Gesuita. Quando fu a bordo della barca, un messaggero del re gli consegnò una lettera con la quale il Papa lo nominava Nunzio Apostolico. La nave salpò, il 7 aprile 1541, era il suo 35° compleanno.
Dopo una lunga e faticosa traversata, arrivò a Goa, in India, nel 1542. Si mise subito a predicare ai portoghesi, a visitare i prigionieri, a curare i lebbrosi e i malati. Scelse come dimora l’ospedale. Si sforzò anche di imparare il tamil, ma dovette assumere degli interpreti per la sua prima missione presso i Paravas, pescatori di perle che vivevano sulla costa sud-orientale dell’India, sopra il capo Comorin.
Erano già convertiti, ma erano rimasti senza pastori. Francesco li istruì nuovamente nella fede, battezzò quelli che erano pronti e preparò catechisti che sarebbero rimasti con loro mentre visitava i vari villaggi. Alla fine del 1544 raggiunse la costa occidentale delle Indie a Travancore. In novembre e dicembre di quello stesso anno, battezzò ben 10.000 persone. Si spostò a nord verso Cochin, poi alla città portoghese di Malacca in Malesia, da lì si recò nelle Molucche o Isole delle Spezie, dove giunse il 14 febbraio 1546.
Nel 1547, per la prima volta, sentì parlare del Giappone, da un nobile di nome Hanjiro. Sentì che doveva evangelizzare quelle terre. Non riuscì, però, a trovare una nave disposta a portarlo in Giappone. Chiese, quindi, a un pirata di aiutarlo. Partì il 24 giugno 1549 e arrivò il 15 agosto a Kagoshima, nel sud del Giappone, città natale di Hanjiro. Iniziò ad evangelizzare a rischio della propria vita, perché vigeva la pena di morte per chi battezzava. Grande missionario, non si accontentò del Giappone, ma volle partire per andare a convertire la Cina. Nel 1552 raggiunse l’isola di Shangchuan, da dove cercò di imbarcarsi per Canton. Purtroppo, sfinito dalle fatiche, morì il 3 dicembre a soli 46 anni. Fu sepolto sull’isola, ma più tardi il suo corpo fu portato a Malacca, e poi a Goa, dove riposa nella chiesa del Buon Gesù.
Fu beatificato da Paolo V nel 1619 e canonizzato da Gregorio XV nel 1622. Venne proclamato Patrono dell’Oriente nel 1748, dell’Opera della propagazione della fede nel 1904 e di tutte le Missioni, insieme con Santa Teresa di Lisieux, nel 1927.